sabato 29 dicembre 2012

Buon anno nuovo 2013

Al termine di questo 2012, anno bisesto e quindi funesto (o no?) eccomi ad augurare a tutti gli amici che corrono un nuovo anno ricco di soddisfazioni e di ogni bene.
Come di consueto lascio parlare le immagini di questo mio 2012 di corsa.
A metà anno il secondo tendine d'Achille mi ha costretto ad un lungo stop, ma ora ho ripreso e sia pure molto lentamente sto ritrovando il gusto e il piacere di questo bellissimo sport.
Programmi per ora non ne faccio, mi basta aver ricominciato, poi si vedrà.
Alcuni dati: ho percorso 1.053 Km correndo per oltre 95 ore frutto di 83 uscite. Ho disputato 19 gare di cui 1 maratona, 3 mezze, 2 competitive e 13 non competitive.
AUGURI AMICI MIEI.

gennaio: Monteforte d'Alpone

febbraio: Verona


marzo: Roma

aprile: Trenzano

aprile: Sarnico-Lovere

maggio: Strabrescia

luglio: convalescenza post operatoria
dicembre: corsa della Stella (Brescia)


lunedì 10 dicembre 2012

Ci sono ancora?


Eccomi! Ci sono ancora, sono ancora vivo anche se ultimamente ho un tantino trascurato il mio blog.
Non ho molte cose da dire: il tempo scappa via velocissimo e questo scorrere veloce mi prende sempre un po’ alla sprovvista. Nella mente ho ancora il ricordo delle caldissime giornate estive e già fuori vedo la neve e il ghiaccio e nell’aria il Natale ormai vicino. Cambio allora lo sfondo del blog passando a una rappresentazione invernale.

E’ passato anche il 2 dicembre e ho aggiunto un altro tassello ai miei anni: ora sono 55 e il numero un tantino mi spaventa…. ma no, non può essere, io “dentro” mi sento ancora un giovane e ho tanti progetti e sogni ancora da realizzare (o almeno provare a farlo).

Va bè, guardiamo avanti che è meglio. Ho fatto poche corse e mi sono anche convertito al tapis roulant dato che ce l’ho in casa: qualche lavoretto di ripetute l’ho provato a fare lì sopra e tutto sommato devo dire che il vantaggio è quello di non dover uscire di notte, al buio e al freddo, anche se la strada è tutta un’altra cosa e la preferisco decisamente.

Ieri mattina incurante del freddo molto intenso mi sono recato in città a correre una bella garetta non competitiva il cui ricavato era destinato al progetto Telethon. Mattinata fredda ma cielo limpido e spettacolosa veduta, dall’alto del castello, di Brescia imbiancata dalla nevicata dei giorni scorsi. Non conoscevo il percorso, poco meno di 9 Km, e mi sono ritrovato con sorpresa a dover fare le due salite del castello e della Maddalena (i primi 3 tornanti) temendo di scoppiare, invece ho mantenuto un passo regolare e sono riuscito a correre abbastanza bene.

Mi mancano ancora le distanze medio-lunghe ma almeno il traguardo dei 1000 Km annui dovrei riuscire a portarlo a casa, sempre che il tempo da qui a fine anno non corra più veloce di me.
A presto!

lunedì 29 ottobre 2012

Corsa AIDO a Comezzano Cizzago


Domenica di pioggia insistente e freddo invernale. Appena sveglio ho sentito la pioggia scrosciante e mi sono girato dall’altra parte, ma poi ho pensato a chi aveva organizzato e, memore delle mie passate esperienze, ho deciso che avrei corso il rischio di prendere acqua e freddo e sono partito alla volta di Comezzano Cizzago anche perché era per me una novità assoluta, non c’ero mai stato prima. Durante il tragitto la pioggia sembrava cessare per poi  riprendere ancora più forte.
Sono arrivato al banchetto delle iscrizioni nella bella piazza del municipio e di podisti ce n’erano davvero pochi e tra quei pochi la maggior parte decideva di non tentare nemmeno di partire. Ho pensato per un attimo ai maratoneti di Venezia e ho  deciso di partire, coperto con un giubbetto antivento mentre le gambe erano coperte solo in parte da calzoncini rigorosamente corti. Inutile dire che ero solo soletto ma intanto il tempo si era fatto un pochino più clemente. I primi 3 Km su asfalto sono andati via bene, un pochino più problematici i rimanenti su strade di campagna sterrate e zeppe di pozzanghere piene d’acqua, anche abbastanza estese, che mi  hanno obbligato a cercare il modo migliore per aggirarle. Finalmente ho intravisto qualche altro coraggioso che aveva deciso di partire ma ormai io ero già sul tratto del ritorno. Alla fine ho allungato un pochino vedendo sul garmin che mancava ancora qualcosina ai 12 Km.
Non ho fatto granchè come velocità ma non ho sentito minimamente né fatica né freddo.
Spero di poter ritornare alla prossima edizione, i volontari AIDO lo meritano; nonostante le avversità ho trovato gente col sorriso e l’entusiasmo: bravi!

lunedì 22 ottobre 2012

5 campanili

Finalmente! Si, dico, finalmente sono riuscito a partecipare a questa bellissima non competitiva che da almeno 5 anni avevo in programma di fare ma che per un motivo o per l'altro ho sempre lasciato perdere.
E rischiavo di saltare anche quest'anno a causa di un banale incidente che m'è occorso il giorno prima quando facendo dei lavori a casa sono inavvertitamente scivolato procurandomi una bella e vasta escoriazione alla gamba destra.
Era anche una domenica podisticamente parlando di quelle che offrono più di una occasione e precisamente erano in programma la maratonina di Cremona, sempre bella, ben organizzata e molto partecipata (e c'erano un bel pò di compagni di squadra impegnati là) e la scalata della Maddalena, gara FIDAL in città (pure questa da qualche anno è sotto osservazione).
Ho scelto la 5 campanili perchè oltre che essere non competitiva e quindi da prendere solamente dal lato allegro della corsa, anche per la finalità sempre lodevole degli organizzatori, i podisti di Urago Mella, gli stessi della Strabrescia che ogni anno rende un bel gruzzolo a favore di chi è nel bisogno all'ospedale.
Tre erano i percorsi: 6 Km facili facili, 14 Km un pochino impegnativi e 21 Km, distanza che ancora non sento mia. Ho scelto i 14 Km ma non pensavo fossero così duri, in particolare la salita alla Santissima (in foto) dove a un certo punto mi sono messo al passo, al pari di quasi tutti i compagni d'avventura, e ancor di più la ripida discesa con la paura di scivolare sull'erba bagnata. Bello il percorso attraverso stradine ora asfaltate ora sterrate del comune di Gussago in piena Franciacorta e bella anche la giornata con sole che non dava fastidio ma faceva ancor più belle le bellezze dei luoghi. Con il mio gambone fasciato che mi ha un tantino impedito la fluidità di corsa sono arrivato al traguardo in poco più di 1 ora e 22 minuti. Corsa da ripetere sicuramente nei prossimi anni, magari con un pizzico di preparazione in più.

sabato 6 ottobre 2012

CorriXBrescia: il ghiaccio è rotto.

Giovedì scorso ho deciso, mentre tornavo a casa dal lavoro in bici, di rompere il ghiaccio e partecipare a una bella corsa non competitiva, la Corri X Brescia.
Così appena arrivato a casa ho preparato la roba e mi sono recato nuovamente in città (stavolta in macchina!) per essere al via previsto per le 19.30. Trovato a fatica un posto per parcheggiare mi sono recato al banco delle iscrizioni in piazzale Arnaldo e lì ho subito notato una folla immensa, davvero un successone di partecipanti. A fatica mi sono messo un pò indietro rispetto alla prima fila (dove ancora una volta ho visto schierato "Mr.P" che non ne perde una e fa di tutto per mettersi sempre davanti salvo poi venire immediatamente risucchiato, mah, contento lui...) e ho atteso la partenza con un mix di sensazioni strane e la preoccupazione di sapere come sarebbe andata a finire, se ce l'avrei fatta o avrei dovuto arrendermi prima della fine anche perchè avevo già nelle gambe i 20 e passa Km in bici. Al via mi trovo immerso nel pancione del gruppo e così si corricchia ma più che altro bisogna stare attenti a non ostacolarsi, poi pian piano la strada si libera e le gambe sembrano un pò meno imballate anche se il fiato, quello sì, arranca. Ho acceso il garmin ma non lo guardo (anche perchè non riuscirei a mettere a fuoco i dati) e non sò a che velocità sto andando ma mi tengo a un ritmo "sostenibile". Finisce il primo giro e si affronta il secondo con molta meno gente, tanti si sono fermati ma io voglio continuare, l'organizzazione parla di 8 Km ma in realtà sono di meno, infatti saranno addirittura meno di 7. Il giro è bello, tutto nella zona centrale della città, via Musei con i resti della Brixia romana e il complesso di Santa Giulia, poi piazza del Duomo, via Mameli, la Pallata, via Pace, corso Palestro, il Teatro Grande, corso Magenta.... solo a farlo a piedi camminando sarebbe un bel giro turistico, peccato che per molti Brescia sia solo industria e lavoro. All'arrivo sono felice, sudato fradicio ma contento di esserci riuscito, le gambe non hanno avuto nessun problema, il clima da gara anche se non competitiva ha il suo bel fascino. Il ghiaccio è rotto, i tempi per adesso sono molto lenti ma c'è tempo e modo di migliorare.

lunedì 1 ottobre 2012

Ricominciare



Mi riaffaccio timidamente sul blog per annunciare che ho finalmente rotto il ghiaccio con due uscite senza pretese fatte il 28 e il 29 settembre rispettivamente di 4,7 e di 5,4 Km.
Reindossare le scarpette da running mi ha dato una certa emozione. Sudare le proverbiali sette camicie per fare poco più di mezzora di corsa mi ha dato la consapevolezza che da questo punto non posso far altro che risalire, con tenacia, con impegno, senza fretta e senza pretese.
Non mi pongo per adesso obiettivi “competitivi”, mi basta rientrare, così, in punta di piedi, sottovoce, in questo meraviglioso mondo che è la corsa.
A presto.

lunedì 9 luglio 2012

Ritorno alla partenza!

Avete presente il "gioco dell'oca"?
E' un semplice e bellissimo gioco da tavola in cui i concorrenti si sfidano lanciando due dadi e avanzando sulla plancia del gioco di tante caselle quanti sono i punti sommati dei dadi gettati. Vince il primo concorrente che arriva esattamente sulla casella 90.
E' solo questione di fortuna, non servono competenze particolari nè abilità, ecco perchè piace a grandi e piccini. I più fortunati al primo lancio fanno 12 e passano subito alla casella 89 da cui con un solo tiro (e un solo dado) facendo 1 vincono velocemente la partita.
Durante il gioco può capitare di finire su alcune caselle speciali, in particolare se si va su un'oca si raddoppia il punteggio appena fatto mentre altre caselle possono farti avanzare o indietreggiare a seconda del soggetto che raffigurano.
Ce n'è una che è particolarmente temuta perchè capitandovi sopra si è ricacciati immediatamente alla partenza. Di solito è contraddistinta da un teschio ed è lo spauracchio di tutti.
La metafora del gioco dell'oca la posso applicare alla mia vita podistica: in questo "gioco" mi è, ahimè, capitato di finire sulla casella teschio per ben due volte e dunque eccomi costretto anche stavolta a ripartire dal via.
L'intervento chirurgico è andato bene, adesso per qualche giorno ancora sarò immobilizzato e costretto ad usare le stampelle, poi inizierò la riabilitazione fisica e, finalmente, ad estate ormai finita si potrà ricominciare a correre, partendo purtroppo ancora una volta da zero. Pazienza, spero che la motivazione non mi abbandoni.
Un saluto a tutti e, a voi che potete, buone corse!

mercoledì 20 giugno 2012

Stress, fisiologia o destino cinico e baro?

Lo sapevo, anzi lo sospettavo per essere più preciso ed onesto verso me stesso.
Fatto il prericovero, in attesa dell’intervento chirurgico previsto in prima battuta per il 2 luglio, ecco che mi arriva una chiamata dall’ospedale: l’anestesista non ha dato l’ok perché ci sono dei “problemini” che richiedono una visita cardiologica.
Stamattina, armato di un bel plico di accertamenti che avevo fatto nel 2007 e 2008 mi reco fiducioso (e un tantino preoccupato) all’appuntamento col cardiologo. Dopo un’attesa di circa un’ora rispetto all’ora prefissata ecco che è il mio turno. L’esito è alquanto sconfortante: ci sono, mi dice, numerose aritmie e si richiede pertanto un ecocardiogramma.
Non mi ha neppure detto che non c’era da preoccuparsi, per cui… mi preoccupo.
In primo luogo perché non vorrei essere ritornato alla situazione iniziale, del 2007, quando alla prima visita per l’idoneità agonistica ebbi questa spiacevole “sorpresa”. Poi dopo un anno sembrava che il tutto fosse rientrato grazie anche al beneficio dell’attività fisica.
Infatti non ho più avuto né problemi né tantomeno sintomi di allarme.
In secondo luogo mi preoccupa il possibile (probabile) slittamento della data dell’intervento.

Inutile dire come mi sento: sfiduciato, abbattuto, deluso.


Ma qual è la causa di tutto ciò? Probabilmente sono fatto così, è una questione fisiologica, ma forse c’è di più.
Se ripenso a ciò che ho vissuto in questi ultimi due anni è facile che vi trovi anche la con-causa di questo problema.
Ho attraversato vicissitudini che mi hanno davvero spezzato il cuore, amici che credevo tali e che invece mi hanno tradito ed altri che invece si sono allontanati cancellando ogni traccia di sé.
Ogni tanto ci penso e ogni volta provo un sentimento di angoscia e tristezza e tutto questo il mio cuore lo deve smaltire dentro di sé visto che non posso neppure scaricare queste tensioni con la corsa.
Devo smetterla di soffermarmi sul passato e guardare avanti a ciò che ogni giorno la vita sa offrire di nuovo e di bello.

Però...

Però non è facile….

Non credo al destino cinico e baro, saprò rialzare la testa e ricominciare con più serenità.

Domani sarà un altro giorno, un’altra storia, ma oggi mi sento giù.

venerdì 1 giugno 2012

Lascia o raddoppia?

Eccomi di nuovo al capolinea!
Ieri mi sono sottoposto all'ecografia del tendine d'Achille di sinistra e l'esito è tanto esplicito quanto sconfortante: il tendine presenta un vistoso ispessimento per una lunghezza di circa 5 centimetri e mezzo; lo spessore, che in condizioni normali dovrebbe essere di circa 5 mm, raggiunge il massimo di 13 mm, quasi tre volte tanto! Il riposo da solo non servirebbe a molto mentre altre cure difficilmente potrebbero far rientrare la situazione.
Dunque sono di fronte a una duplice prospettiva: lasciare o raddoppiare.
Lasciare la corsa, appendere le scarpette al chiodo e chiudere questa breve e intensa passione che mi ha preso, mi ha sedotto, mi ha trasformato, mi ha fatto sentire vivo e mi ha appagato; con questi tendini non è più possibile, già ultimamente il piacere del correre era diventato solo dolore e sofferenza. Certo, a quasi 55 anni uno potrebbe anche aver già dato e sentirsi ormai appagato, ma io ho iniziato da troppo poco tempo e già pregustavo nuove sfide e nuovi traguardi...
Raddoppiare allora? Risottopormi ai ferri del chirurgo in modo da risolvere definitivamente anche questa patologia?
Non mi spaventa l'idea, in fin dei conti ora sò cosa mi aspetta sia prima nell'attesa che dopo per la riabilitazione. Si deve ripartire nuovamente da zero un'altra volta, i mesi saranno lunghi e la fatica del ricominciare non mancherà.
Comunque vada, il 2012 atleticamente parlando è già finito.
Settimana prossima farò un colloquio col professore che mi ha operato all'altro tendine e insieme vedremo di mettere in programma questo secondo intervento.
Non dico altro, per adesso: vivo ogni giorno per quello che è sapendo che nulla ci è dovuto, tutto è grazia e la vita in fondo è proprio questo continuo dono gratuito di cui spesso non ci si rende conto.
A presto.

sabato 26 maggio 2012

Sopralapanca, ultima gara ?

Ho partecipato ieri sera alla prima gara FIDAL provinciale, il trofeo Sopralapanca, organizzato dalla società Atletica Brescia Marathon con partenza presso l’oratorio di Torbiato. Il percorso, di circa 7 Km e mezzo prevedeva un primo strappo dopo circa 1 Km nei pressi del santuario della Madonna della Neve per poi continuare con una lunga e leggera discesa fino al 6° Km e infine ancora un cambio di pendenza, ma sempre nei limiti dell’accettabile. Si è transitato attraverso strade di campagna sia asfaltate che sterrate in mezzo a vigneti in un ambiente, la Franciacorta, che apre i cuori e rigenera le menti.
Non stavo molto bene, il dolore al tendine mi ha condizionato non poco anche se durante la corsa non ne ho risentito. Alla fine mi ritengo soddisfatto, temevo davvero l’onta dell’ultimo posto invece ho tenuto una media inferiore ai 5/Km.
Per la cronaca la vittoria è andata a Mauro Pifferi (Atl Treviglio) che ha chiuso in 24’.42”, un secondo prima del 2° classificato.
Io ho terminato la mia fatica al 146° posto (su 183), 7° di categoria (su 12) in 36’.17”.
Qui la classifica.
I problemi sono sorti, purtroppo, il mattino dopo: il tendine della gamba sinistra infiammato mi costringe a zoppicare e a questo punto mi sa che o decido di fare qualcosa, fosse anche un nuovo intervento chirurgico dopo quello, positivamente concluso, alla gamba destra, oppure si tratta di appendere le scarpe al chiodo e cancellare i “sogni di gloria”. Ecco perciò che la prima gara rischia di essere anche l’ultima. Per adesso sospendo ogni programma e prendo appuntamento dal medico.

lunedì 21 maggio 2012

Fine settimana di corsa: Monterotondo e monte Maddalena.

I miei amici romani faranno fatica a crederci ma anche qui in Franciacorta esiste una località che si chiama Monterotondo ma, a differenza della cittadina romana, questo è un piccolissimo borgo, di circa un migliaio di abitanti, in cui ogni anno si organizza una bellissima corsa podistica serale a favore dell’AIDO, organizzazione del volontariato per la donazione degli organi. La gara si snoda attraverso le colline poco distanti da casa mia e quindi ne ho approfittato per essere presente tra i numerosi appassionati che rendono omaggio all’organizzazione. Venerdì sera dunque, graziati dal tempo pazzo di questo periodo, ho portato a casa questa bella corsetta di poco meno di 8,5 Km ma con una buona dose di saliscendi tra stradine sterrate e ciottoli che hanno richiesto attenzione ed equilibrio.

Ieri mattina invece ho scelto di partecipare per la prima volta a una non competitiva in città con partenza da viale Venezia, poco distante dalla zona di arrivo della Mille Miglia e percorso che si è snodato per circa una decina di chilometri lungo i sentieri della Maddalena, la collina cittadina. Decisamente messi a dura prova i non molti podisti presenti ma fortunatamente il meteo ci ha graziato concedendoci una tregua con solamente qualche piccola spruzzata (nella foto il  mio arrivo). I miei tendini sono stati ben sollecitati e, complice anche il clima molto umido, il pomeriggio mi sono dovuto sorbire il solito doloretto.

Tutto bene dunque, la corsa è sicuramente una bella cosa ma le tragedie di questi giorni, a Brindisi per l’assurda pazzia di qualcuno e in Emilia per l’imprevedibilità della natura, hanno certamente turbato non poco i sentimenti di molti. Crediamo di possedere il mondo e invece siamo solo appesi a un filo fragile e provvisorio. Ma questa è un’altra storia…
A presto amici!




lunedì 14 maggio 2012

StraBrescia, stra..bagnata!

Amici della Strabrescia
Pioggia, grandine e vento, la gente della strabrescia e della Su e giu` per le colline bresciane non e` mancata,ha sfidato il tempo da tregenda.
1590 iscritti , 1000 i partecipanti che si sono si sono cimentati sui percorsi proposti km.6 – 14 – 21 – 35 – 42.
Grazie della collaborazione e partecipazione.
Brescia li, 13/05/2012

Il comunicato di cui sopra da parte del presidente Francesco Taglietti del G.S. Podisti di Urago Mella dice in sintesi delle difficoltà che hanno caratterizzato la tradizionale corsa non competitiva che ogni anno richiama numerosi appassionati.
Anch’io questa volta ero intenzionato a disputare il percorso da 21 Km che mi avrebbe fatto affrontare, dopo la sempre suggestiva escursione sul Castello di Brescia, anche un tratto della Maddalena, la collina cittadina. Ma davvero al risveglio il tempo era bruttissimo con secchiate di acqua, tuoni e nuvoloni neri minacciosi. Il mio amico Pietro mi chiama e mi comunica che decide di rinunciare, a malincuore, e per un attimo penso anch’io di prendere la medesima decisione ma poi, visto che la pioggia si assesta a ritmi meno drammatici decido di andare ugualmente e di passare al “piano B” ossia rinunciare al tragitto da 21 Km e optare per quello da 14. Alle 8.30 quando ci viene dato il via siamo lo stesso un bel numero anche se immagino che con un tempo più clemente ne sarebbero giunti almeno il doppio. Come per miracolo cessa persino di piovere e tanti che erano coperti con giubbini antipioggia, io compreso, non sanno se tale scelta sia appropriata. Non pioverà praticamente più per buona parte del percorso anche se il cielo non si apre e ogni tanto qualche spruzzata ci mantiene bene in ammollo. La corsa è bella: attraversare i vicoli e le tresande acciottolate della Brescia antica è sempre emozionante così come suggestivo è il passaggio in Castello attraverso le porte e i passaggi sui ponti levatoi e sotto i camminamenti. Quasi quasi mi dispiace che i 14 Km finiscano troppo presto ma davvero affrontare ulteriori pendenze su sentieri sterrati e fangosi non era certamente una prospettiva allettante, se ne parlerà semmai il prossimo anno.
Adesso mi ritrovo ancora con qualche acciacco di troppo: il piede sinistro mi duole appena sopra il calcagno, credo sia ancora il tendine che per me è appunto come il tallone di Achille, la parte più delicata e fragile. Certo che correre con questa spada di Damocle non è il massimo…

sabato 12 maggio 2012

Rudiano, lungo il fiume Oglio.

Ho partecipato ieri sera, venerdì, a una corsa non competitiva in quel di Rudiano, paese della bassa bresciana sulle sponde del fiume Oglio (nella foto uno scorcio del percorso). La gara era organizzata in memoria di un certo (o una certa) Eli e penso che sia stata molto sentita stante la mole massiccia di partecipanti. Per la verità di atleti veri (quelli che corrono e corrono forte) non ne ho visto che poche unità mentre era impressionante la massa di coloro che partecipavano solo per folklore: mamme con bimbi piccoli al seguito e con passeggini e altri caratterizzati solo da allegria e voglia di stare insieme.
Ma la cosa che mi ha gratificato di più è stata la partecipazione di mio figlio Alberto. Arrivati a Rudiano e fatta l’iscrizione abbiamo dovuto aspettare il via ufficiale che sarebbe stato dato alle 19.30 ma che per varie ragioni è stato poi procrastinato di un’altra decina di minuti. Serata molto calda, quasi estiva, con temperatura vicinissima ai 30 gradi. Si sudava già a stare fermi. Finalmente si parte e per i primi 200-300 metri si deve zigzagare per trovare un passaggio tra la folla. Alberto lo vedo che si invola con un buon passo e mi stacca di un centinaio di metri. Si attraversa il paese e poi ci si immette su una stradina ciclabile e poi sterrata che costeggia il fiume; per fortuna gli alberi ci offrono un po’ di ombra e di frescura. Al 5° Km raggiungo Alberto ma poco dopo il nostro percorso si ricongiunge con quello breve e qui è il finimondo: un muro di folla ci taglia letteralmente la strada e diventa difficoltoso riuscire a passare. Gli ultimi Km sono anche più nervosetti con alcuni saliscendi e curve che rallentano il ritmo.
Ho chiuso alla media esatta di 5 minuti al Km, Alberto è arrivato dopo circa un minuto, stanco e provato ma visibilmente soddisfatto. Spero che si appassioni a questo semplice ma bellissimo sport. E domani mi aspetta la Strabrescia, altra gara non competitiva ma molto caratteristica e partecipata.

domenica 6 maggio 2012

Campioni d'Italia


Abbiamo aspettato tanto ma non abbiamo mai perso la fiducia e la speranza.
Il bianconero si tinge di tricolore.
E, sul campo, sono TRENTA!


lunedì 23 aprile 2012

Sarnico-Lovere: sole, pioggia e…

Grandine! Anche una spruzzatina di ghiaccio non è mancata a suggello di questa bellissima giornata che mi ha visto alla partenza da Sarnico con mille e uno dubbi in testa. Venivo da una settimana da cancellare con raffreddore e intasamento di tutte le vie respiratorie, con allenamento praticamente nullo ad eccezione di una corsetta (se così si può chiamare) di 40 minuti sul tapis roulant. Stavo meditando di non partecipare ma l’insistenza del mio amico Roberto (maledetto bergamasco !!!) mi ha convinto a provarci con l’impegno che lui sarebbe stato al mio fianco, ad andatura senza pretese, con l’unico obiettivo di arrivare in fondo, possibilmente in penultima posizione. C’erano anche due sue amiche, Annette e Samantha (che ho scoperto poi essere due che abitualmente si cimentano su lunghissime distanze, insomma due ultramaratonete) ma dopo poche centinaia di metri dal via le abbiamo perse per ritrovarle poi all’arrivo.
Il tempo era molto instabile alternando grigiore con nuvoloni neri minacciosi e qualche spruzzata di pioggia ad attimi in cui il sole ha occhieggiato splendente e lo si sentiva! Temperatura attorno ai 15°, ottimale per me. Parto con Roberto in fondo al gruppone di circa 2000 atleti. Il primo Km lo chiudiamo in 6 minuti a dimostrazione che davvero la folla di atleti era impressionante; d’altronde il percorso è suggestivo snodandosi lungo la strada sebina occidentale completamente chiusa al traffico.
Prendo un’andatura abbastanza tranquilla e Roberto mi ragguaglia sul tempo ammonendomi che stò andando un po’ più veloce del previsto, ma per me va bene così, so che potrei correre più veloce ed ho il rammarico di questa maledetta indisposizione che non mi ha permesso di allenarmi adeguatamente.
I Km si susseguono tranquilli, io risparmio il fiato al contrario di Roberto che ha sempre una battuta pronta per tutti e incita anche lo scarso pubblico presente (da morir dal ridere la richiesta alla signora che si era affacciata da casa sua “è pronta la polenta?” “la stò preparando” “allora arriviamo dopo”).
Lungo il tragitto vedo, raggiungo e supero Claudio Delbarba, un saluto e nel cuore sempre quel retrogusto amaro di chi sai che ha scelto altre strade senza dartene mai una spiegazione. Poco dopo trovo anche due compagni di squadra, Tiziano e Carlo che però perdo poco dopo, evidentemente sono un tantino più cotti di me. Poco prima della galleria di Riva di Solto ecco anche una bella grandinata, fortuna che i chicchi erano piccoli però sulla testa si sono sentiti! Al 21° Km vedo il garmin segnare 1h 50m, bene, stò bene, manca poco ma sento un dolore alle dita dei piedi (i pollicioni scoprirò poi a casa che sono abbastanza malconci, forse le scarpe sono ancora troppo nuove oppure devo proteggerli meglio sennò le unghie col cavolo che riescono a ricrescere). Ancora qualche saliscendi e noto con un po’ di sopresa più di un atleta in crisi, al passo. Eppure sono solo 25 Km e poco più e mi dico che io non posso non farcela dopo aver corso una maratona. Chiudo in 2 ore e 13 minuti. Obiettivo ampiamente raggiunto, bella soddisfazione, non manca neppure l’abbraccio con Roberto, lo devo proprio ringraziare perché avrebbe certamente fatto molto meglio ma ha scelto di stare al mio fianco dal primo all’ultimo Km.
Grazie anche per il passaggio in auto per il ritorno proprio mentre il cielo s’è aperto rovesciando acqua a secchiate. Bella gara, sicuramente da mettere in agenda anche per l’anno prossimo.



venerdì 13 aprile 2012

Maledetta primavera!

Ci risiamo: dopo un periodo di inizio primavera con clima caldo, forse un po’ troppo in anticipo rispetto al previsto, ecco che da qualche giorno, praticamente dalla vigilia di Pasqua, il tempo ha subìto un brusco e deciso cambiamento portando pioggia (e questo è positivo perché ne avevamo bisogno) e freddo, tanto freddo con temperature scese in picchiata di oltre 10 gradi. Risultato? Eccomi di nuovo alle prese con un fastidioso raffreddore che mi terrà compagnia per qualche giorno!
Ieri pomeriggio approfittando di una incredibile bella giornata di sole sono uscito a fare una corsetta di una decina di Km con la buona sensazione che il dolore al tendine era molto attenuato, però non ho retto al freddo e la mia buona intenzione di far tacitare le prime avvisaglie di raffreddore con una bella sudata ha invece sortito l’effetto opposto. Meno male che non sono iscritto alla maratona di Milano in programma domenica! E da oggi ricomincia a piovere e le previsioni non danno tregua per almeno altri 4-5 giorni….

OK OK, lei non c'entra per nulla, anzi è sempre un piacere riascoltarla.

martedì 10 aprile 2012

A pasquetta una corsetta...

Tradizionale appuntamento di pasquetta quello di Trenzano che quest’anno prevedeva anche una vera e propria gara competitiva sul percorso da 11,5 Km. Io però ho optato per la distanza lunga, di 21 Km, non competitiva. Sono partito alle 8.30 senza aspettare il via ufficiale che sarebbe stato dato solamente alle 9.15, un po’ troppo tardi per poter tornarmene a casa in tempo per dare una mano a Cecilia per il pranzo in compagnia dei nostri amici.

La mattinata era fredda, un freddo improvviso e imprevisto (8° C) nonostante la giornata di sole. Nonostante ciò ho corso in calzoncini corti e canotta (con sotto, a pelle, una seconda maglia smanicata) ma soprattutto ho inaugurato le mie nuove scarpe e devo dire che la risposta è stata molto positiva: nessun dolore ai tendini!
Il percorso lo conoscevo ma solo nella versione “breve” e lo sapevo misto sterrato, anche un tantino fangoso, e asfalto. Dal 10° Km in poi ho fatto la parte inedita ma tutto sommato abbastanza corribile. Ho corso per lunghi tratti da solo con al massimo un paio di atleti come riferimento, però non mi sono annoiato, anzi ho avvertito buone sensazioni e il vento freddo non mi dato fastidio per nulla. La media finale si è attestata sui 5’.17”/Km ma considerando anche il fondo stradale non posso che esserne soddisfatto.
A casa poi più tardi ho dovuto fare i conti col freddo: mi si è chiuso lo stomaco e ho rischiato di star male, se non altro mi sono risparmiato la prevista abbuffata. Peccato perché quei pizzoccheri erano una goduria solo a vederli (ma ho recuperato poi in serata!).
E adesso speriamo che questa primavera si faccia vedere e sentire, ho troppa voglia di correre….

mercoledì 4 aprile 2012

Cinquantamila!


Cinquantamila volte................................................................ 
GRAZIE !!!!


Ma allora le "imprese" di questo ultracinquantenne tapascione che osa definirsi un runner..... interessano o incuriosiscono qualcuno?
Grazie ragazzi, siete una GRANDE forza.


Buona Pasqua a tutti i lettori e a tutti i viandanti che occasionalmente sono transitati da qui.


martedì 3 aprile 2012

Cambio gomme!


Ho aspettato un po’ troppo perchè di questi tempi il budget è pericolosamente in situazione critica (come quasi per tutti, immagino) e prima di affrontare una spesa che non è per la famiglia ma solo per il mio hobby, beh, ci si deve pensare su un poco.
Ma ormai erano giunte al punto di non ritorno le mie vecchie scarpe, sia le Mizuno Fortis 4 che le Asics Stratus.
Per non fare errori sono andato in un negozio nuovo (Universo Sport di Brescia)in cui ho trovato un inserviente veramente competente (è un runner, e di quelli!) che mi ha fatto correre sul tapis roulant per farmi l’analisi dello stile di corsa e valutare il tipo di appoggio.
Avevo anche portato le scarpe vecchie che erano visibilmente consumate in particolare sull’esterno.
Appurato che sono un “neutro” mi ha fatto provare tre modelli ma alla fine, dimenticandomi del budget, ho scelto quelle più costose ma che erano anche quelle che mi sono sembrate le più adatte: le Mizuno Ultima 3.
Gira e rigira mi trovo a mio agio con questa marca e per ora non mi va di azzardarne altre.
Non vedo l’ora di i iniziare a sporcarle, ma per oggi le porto solo per passeggiare…

lunedì 26 marzo 2012

The day(s) after


Le giornate che seguono la maratona sono sempre un po’ speciali: si va dallo scarico anche mentale alla rielaborazione delle emozioni e delle fatiche che ci hanno portato a tagliare ancora una volta il traguardo dei fatidici 42195 metri.

  • Appena tagliato il traguardo della mia quarta maratona (terza di Roma) pur constatando di aver sfondato per la prima volta il muro delle 4 ore non ero per niente deluso, anzi non mi sono mai sentito tanto felice perché non era affatto scontato che riuscissi a portare la mia pellaccia oltre quella soglia, in considerazione dei problemi fisici avuti. Se poi guardo il responso cronometrico annoto che ad ogni rilevazione di TDS sono andato sempre migliorando la posizione passando dal 9011° posto al 5° Km fino al 6771° dell’arrivo. Anche nell’ultimo parziale, a meno di 2 Km dal finish, pur avendo ridotto di molto la mia già bassa media chilometrica ho superato ben 139 atleti. Con l’amico Paolo ci siamo poi ritrovati e abbiamo fatto ritorno al nostro alloggio da cui, dopo un pò di riposo, siamo usciti per farci un paio di meritate Guinness nel pub vicino dove la sera prima avevamo notato un grande affollamento di irlandesi e scozzesi giunti a festeggiare il patrono S.Patrizio, i primi, e la sfida rugbistica della loro nazionale, i secondi. In serata cena con gli amici di running forum e ricongiungimento anche con Mauro, il terzo componente della squadra Libertas che era delusissimo per il mancato raggiungimento del suo obiettivo cronometrico per il quale aveva speso energie e allenamenti mirati. Ma s’è cercato di fargli notare il bicchiere mezzo pieno, la maratona chiusa entro le 4 ore, per strappargli un mezzo sorriso e la determinazione a riprovarci l’anno prossimo. Per la verità la serata è stata abbastanza moscia, forse per la stanchezza, forse per la constatazione che a differenza dei blogtrotters qui siamo con altre logiche di aggregazione e… insomma, a parte il doveroso e toccante ricordo di Paolo Krily non ne sono uscito molto soddisfatto. Il mattino successivo io e Paolo abbiamo vagato per Roma visitando S.Pietro e rischiando di perdere il volo arrivando in tempo a Ciampino grazie alle peripezie di un taxista romano che ci ha condotti in loco a tempo da record ( purtroppo non si trattava di Giorgio Calcaterra!).In attesa del volo ci stavamo facendo un panino al bar quando l’altoparlante ci ha “intimato” di recarci al più presto all’imbarco ove, di corsa, ci hanno fatto raggiungere dalla pista l’aereo che stava già per partire! Che divertimento (a pensarci dopo)!
  • Archiviata la parentesi romana piena di mille e mille ricordi ed emozioni è stato giocoforza voltare pagina e riprendere il ritmo quotidiano, anche per la corsa. Avevo programmato una corsetta defaticante nei primi giorni della settimana ma per varie ragioni ho potuto uscire solo mercoledì mattina, prima di recarmi al lavoro. E qui è successo l’imprevisto: quasi al termine della mia corsetta, circa 6 Km, stavo ormai rientrando a casa e mi sono portato, per maggior sicurezza, sulla pista ciclabile a lato della strada. Fatti pochi metri improvvisamente mi sono sentito scaraventare per terra dove ho battuto violentemente la faccia e la testa. Il primo pensiero è stato: il garmin! Seguito da: i denti! Ma fortunatamente né il primo né, soprattutto, i secondi parevano aver subìto danni. Mi sono rialzato a fatica tutto dolorante e ancora incredulo per ciò che mi era successo: avevo probabilmente preso un avvallamento o una sconnessione del fondo e i sassolini poi hanno completato l’opera provocandomi un bel po’ di abrasioni a mani, polso e ginocchia. Avevo il viso grondante sangue e per fortuna essendo vicino a casa ho potuto farmi medicare in fretta. Ancora oggi ho il viso abbastanza gonfio e mi fanno un po’ male le ferite sparse qua e là. Ovviamente ho sospeso la corsa ad eccezione di ieri mattina dove ho partecipato a una 10K non competitiva a Brescia, quartiere Casazza, a pochi Km di distanza dal mio posto di lavoro. Bello il percorso che ci ha fatto transitare sulla sterrata dell’argine del Mella, strada che ho percorso più volte nelle mie uscite di mezzogiorno nei mesi scorsi. Soddisfatto per aver chiuso sotto i 5/Km di media nonostante un rallentamento attorno al 7° Km a causa del riacutizzarsi di un dolore al tendine d’Achille (quello “sano”), dolore che mi ha accompagnato durante la giornata e che ho cercato di tacitare con ghiaccio e un antiffiamatorio. Problema che attualmente mi dà un po’ di preoccupazione. Della serie: non è mai finita, dopo un problema ce n’è sempre un altro dietro l’angolo. Spero di non dover rifare la trafila dell’anno scorso ma a questo punto, se servisse, non esiterei a tornare dal chirurgo. Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni. Primo obiettivo: un paio di scarpe nuove (ma di quelle "giuste").

martedì 20 marzo 2012

Non ho il fisico del maratoneta.

Non c’ho il fisico per la maratona: inutile girarci attorno e contarsela su, “a me me manca er fisico der maratoneta! “.
Iscrivermi alla maratona di Roma è stato un gesto quasi istintivo e incosciente che feci ancora nell’autunno scorso tanto che il mio nome è ancora ufficialmente associato alla mia ex società, ora estinta. I miei compagni di squadra della Libertas non trovandomi nell’elenco TDS filtrato per società si sono chiesti se fossi saltato o cos’altro mi fosse capitato. Niente paura, sono ancora qui vivo e vegeto, ancora una volta finisher in via dei Fori Imperiali anche se con una prestazione superiore di circa mezzora rispetto al precedente di due anni fa.
Ne ero consapevole, gli allenamenti non sono stati rigorosi e nell’ultimo mese ho inanellato una serie di contrattempi uno dietro l’altro: pubalgia, tendinite, responsi clinici poco incoraggianti e morale che si è inesorabilmente abbassato fino a livello terra.
Eppure non sono deluso; l’emozione mi ha pervaso fin dal primo momento in cui ho messo piede sul suolo romano alla discesa dell’aereo che mi ha portato, assieme all’amico Paolo, esordiente in maratona, da Orio a Ciampino.
La Città Eterna mi conquista sempre, suoni, odori, immagini mi fanno sentire subito in pace con me stesso; la amo anche senza un motivo razionale, anzi anche contro ogni logica ma è, mi permettano i romani, “la mia città”: ecco perché sono qui. E poi come non menzionare l’incontro conviviale del sabato sera al mitico “Cantinone” al Testaccio! Su tutti un grande ringraziamento a Yogi che non solo si è offerto per accompagnarci, io e Paolo, ma anche per quello che ha organizzato per il giorno della gara.
Già, la gara.
Mattinata che si presenta serena ma che preannuncia un caldino mica male; infatti stavolta non ho indossato una maglietta per ripararmi dal freddo dell’attesa ma mi sono ingabbiato direttamente in canotta e calzoncini. Primo problema: siamo in ritardo e l’operazione di afflusso verso la griglia di partenza è lentissima tanto che alle nove, ora in cui viene dato lo start, noi siamo ancora in coda senza riuscire a entrare. Dopo lunghi e interminabili minuti finalmente si riesce a passare ma ormai siamo praticamente in coda al gruppone: poco male, non avevo obiettivi cronometrici e la situazione pone fine a ogni possibile ripensamento. Partiamo affiancati, io, Paolo e il grande amico Yogi con il palloncino da Grande Puffo. Unico obiettivo per me è finirla, e non ne sono poi così sicuro. Tra stop e rallentamenti si viaggia fin ben oltre il 5° Km. Attorno al 7° raggiungo i pacers delle 4 ore e 30 minuti e saluto l’amico Domenico. Allungo un pochino e me li lascio alle spalle; in cuor mio mi immagino che vedrò anche quelli delle 4.15 ma non sarà così. Intanto il trio si sfilaccia, si ricompatta, ma è nella logica della corsa. Il passaggio alla mezza è ben oltre le due ore: il primo tratto ovviamente è stato lentissimo anche se via via si sono recuperate posizioni. Al 25° Km rischio di dover abbandonare: mi guardo la canotta e vedo che stò sanguinando: maledetti capezzoli! Nemmeno il cerotto è servito ad evitarne lo sfregamento, si è staccato e adesso ci sono ancora troppi Km da fare. Panico! Ma la sensazione la supero dicendomi che prima o poi troverò un posto medico dove qualche rimedio si troverà. Intanto corro con una spugna tenuta sul capezzolo per evitare il peggiorare della situazione. Ma come si fa a correre così? Non aiuta neppure il passaggio nel tratto nuovo del percorso che francamente a me è parso più noioso e lungo rispetto al transito sulla tangenziale che si correva nelle edizioni precedenti. Finalmente trovo il posto medico e lì mi mettono un po’ di vaselina e dei cerotti che fortunatamente hanno resistito fino alla fine. Più di me.
Al 30° Km mi si affievolisce la luce e l’energia si riduce al minimo vitale. Non è un vero e proprio muro, non ci ho sbattuto contro, semplicemente ho registrato che le forze andavano spegnandosi pian piano come un lumicino. Ho bevuto e ho camminato per circa 500 metri e intanto mi ha riraggiunto Paolo, anche lui molto provato. Riprendo a correre (e riperdo Paolo) e si arriva, dopo il sottopassaggio, al cuore della Roma monumentale. L’emozione è forte, la forza è debole, il coraggio tenta di sopperire alla mancanza di energia. Altro stop con breve camminata in occasione del ristoro poco prima di piazza Venezia. E si affronta la bellissima e interminabile via del Corso e poi il tratto più duro ma più suggestivo con un susseguirsi di luoghi straordinari: piazza del Popolo, piazza di Spagna, la fontana di Trevi. Al 39° Km mi dico che del crono non me frega nulla e l’obiettivo di finire è ormai raggiunto e allora stacco la spina e cammino tranquillamente per circa 1 Km e mezzo. In cima alla salita di via dei Cerchi riprendo a correre e nel tratto di via di S.Gregorio e sulla salita attorno al Colosseo supero una marea di podisti che si trascinano al passo, stravolti dalla fatica. Taglio il traguardo a braccia alzate. Ricevo e bacio la medaglia. E’ finita, ce l’ho fatta ancora una volta!
Nessun dolore di quelli che temevo e tutto sommato non ho neppure la sensazione disfatta delle precedenti maratone.
Sono felice, felicissimo.
Ho stabilito il mio personale negativo ma non me frega niente: che avessi i coglioni l’avevo già dimostrato diventando maratoneta; adesso ho capito che non ne ho il fisico, ci dovrei lavorare a lungo e mancherebbe sempre qualcosa nel mio DNA.
Ma ho una certezza: lo spirito, quello sì, è quello del maratoneta. Grazie Roma!

venerdì 16 marzo 2012

Tutto pronto?

Mi rimane solo da controllare la check list per non dimenticare di portarmi quello che serve; preparare i bagagli e…. via.
Inutile che esprima qui cosa mi passa per la testa. Ieri ho fatto un’oretta di corsa, 11 Km, ma solo per vedere in che condizioni erano il mio piede (quello “sano” che inizia a dare segnali preoccupanti di tendinite) e il mio bacino (la pubalgia pare essere tornata a livelli trascurabili). Ho provato a tenere un ritmo “da maratona” ma la media di 5’20” mi dice che sui 42K andrò decisamente più piano.
Sono consapevole che a causa di infortuni e di ostacoli vari non ho potuto prepararmi adeguatamente e dunque mi appresto a realizzare non il mio PB ma il mio WB (peggior personale) ma questa cosa non mi dà inquietudine ma solo serenità.
Sarà quel che sarà: ho ancora impressa nella mente l’immagine della clinica Città di Brescia dove poco meno di un anno fa sono stato sottoposto all’intervento chirurgico di risanamento del tendine d’Achille destro; immagine fissata dal mio sguardo domenica scorsa mentre stavo transitando, proprio lì davanti all'ingresso, al 18° Km della mezza maratona di Brescia.

E adesso, meno di un anno dopo, mi ritrovo alla partenza di una maratona! La mia vittoria è già questa; tutto il resto, sofferenza compresa, sarà il suggello di un mezzo miracolo (non sono più un giovincello) che temevo non si sarebbe potuto realizzare.
Sono ancora un runner, sarò ancora un maratoneta?
Mi faccio il consueto “in bocca al lupo”, anzi “alla lupa”.
Se va tutto bene e sarò ancora integro, ne riparliamo settimana prossima.
Roma, anche stavolta, eccomi a te!

lunedì 12 marzo 2012

Brescia: ok la mezza ma ...


Non potevo mancare alla giornata di festa della mia città. La Brescia Art marathon (BAM) quest’anno è stata baciata da una bella giornata serena e da un’organizzazione molto migliorata rispetto alle scorse edizioni, grazie anche all’intelligente ordinanza di chiusura delle strade del centro al traffico automobilistico. Per la verità qualche “intelligentone” su quattro ruote c’è stato anche stavolta: clacson a tutta e persino qualche tentativo di sfondamento del blocco, con conseguenze drammatiche solo sfiorate (ho assistito io stesso a una di queste scene con l’atleta che mi precedeva di qualche metro miracolosamente sfiorato da una “campionessa” in auto uscita da dietro una delle transenne che le chiudevano il varco!) ma nel complesso stavolta è andata abbastanza bene. Poco o scarso il pubblico sul percorso ed è un peccato perché molti sono venuti a Brescia a correre provenienti da altre città e avrebbero meritato un po’ di incoraggiamento in più.
Ma veniamo alla mia gara, che gara proprio non era in quanto la mia intenzione era di correre tranquillo a ritmo prossimo a quello che dovrei tenere a Roma. Ho scelto la mezza maratona, scartando per ovvi motivi la distanza regina, la 42K, che pur non essendo particolarmente bella dal punto di vista paesaggistico si presenta però come una della maratone più veloci d’Italia e prima o poi magari un pensierino ce lo farò. Ho scartato anche la 10K perché su quella distanza non ha senso correre al risparmio, lì è necessario partire a tutta e dare il massimo fino alla fine ma non è il periodo giusto per me.
La mezza, dunque. Fino al 9° Km si corre sullo stesso tragitto della maratona e poi i due percorsi si separano: verso sud e la pianura i maratoneti, verso nord la mezza con passaggio a Urago Mella e Collebeato, in leggera salita, attraversando i luoghi che mi sono famigliari. Da Collebeato si ritorna in città in leggera e costante discesa che aiuta a riprendere fiato e non perdere velocità. Mi sono fermato solo al 15° Km a bere un po’ d’acqua ma poi ho ripreso la corsa. Corsa che è stata caratterizzata da un continuo e fastidioso dolore al tendine d’Achille; non quello operato un anno fa ma l’altro! Al 18° Km siamo transitati davanti all’ospedale “Città di Brescia” dove un anno fa ho subìto l’intervento chirurgico. Il pensiero è corso a quelle giornate e ritrovarmi meno di un anno dopo a correre mi ha fatto emozionare un pochino.
Appena tagliato il traguardo mi sono recato subito alla tenda dei massaggi dove una graziosa ragazza mi ha preso tra le sue mani e mi ha veramente rigenerato con un massaggio che ho gradito molto. Mi ha tastato anche il tendine che era in effetti gonfio e dolorante al tatto, mi ha poi applicato del ghiaccio e mi ha consigliato di farlo durante la giornata. Sono ovviamente molto preoccupato perché il gonfiore e il dolore erano evidenti; in queste condizioni tentare la maratona di Roma sarà un’impresa ardua. Vedrò cosa mi consiglia il fisioterapista oggi e intanto… prego.
Non posso chiudere senza un pensiero gradito ai compagni di squadra della Libertas Castegnato: eravamo un bel gruppo stavolta e abbiamo condiviso una bella giornata di sport che stasera troverà un’ulteriore sottolineatura in pizzeria. Grazie a loro stò veramente vivendo la passione podistica con molta serenità, senza l’assillo della prestazione e altre preoccupazioni. Siamo un bel gruppo. Grazie ragazzi!
Dettagli:
tempo ufficiale: 1.51.03 - real time: 1.49.40 - pos: 450 su 706 (IP=64) - pos. cat.: 30 su 44 (IC=68)

lunedì 5 marzo 2012

Cercasi energia.

Continua tra alti (pochi) e bassi (molti) la mia marcia di avvicinamento alla maratona di Roma.
Dopo il lungo di domenica scorsa di 30 Km con il drappello degli amici della Libertas Castegnato, ho voluto replicare ieri, anche se a 15 giorni dalla maratona i giochi dovrebbero già essere fatti e sarebbe ora di iniziare lo scarico. Ma avendo fatto tutta la preparazione “alla Katzen” mi sono ritrovato a constatare che sono molto indietro sia come potenza (velocità) che come resistenza (distanza).
Ieri volevo provare a fare almeno una trentina di Km e ho scelto la corsa non competitiva di Azzano Mella dove mi sono recato abbastanza presto con l’intenzione di percorrere per due volte il giro lungo da 15 Km. Bene il primo giro, un po’ più di affaticamento nel secondo, complice anche il fatto che buona parte del percorso era su sterrato e lungo l’argine del Mella. Arrivato al traguardo avevo ancora un paio di Km da fare per arrivare a 30 ma da un pezzo avevo una bella chiazza insanguinata sulla maglietta dovuta al solito problema dello sfregamento dei capezzoli che avevo protetto con del cerotto che evidentemente si era staccato presto, e così ho concluso a 28 con un po’ di stanchezza di troppo.
Mi si prospetta dunque una maratona che sarà caratterizzata da fatica immensa e prestazione che sarà la peggiore della mia storia podistica, a meno di qualche intervento soprannaturale, ma penso che il buon Dio avrà certamente cose ben più importanti da pensare.
Domenica prossimo concluderò la preparazione (se così si può chiamare) con la mezza di Brescia, 21 Km che farò a ritmo maratona, cioè lenti e senza alcuna velleità agonistica.
Come alibi devo precisare che stò ancora facendo terapia fisica in palestra per sconfiggere la subdola pubalgia che mi ha messo in ginocchio e da cui pian piano stò recuperando, grazie anche all’abilità del mio fisioterapista. Però non riesco a capire come mai faccio così fatica e il correre non mi dà le buone sensazioni che provavo un paio di mesi fa.
Come mi sento? Mah, forse l’ottimismo è un’altra cosa rispetto a ciò che provo adesso….

lunedì 20 febbraio 2012

Giulietta & Romeo half marathon


Il primo imbarazzo è stato il numero di pettorale: 49 per una gara che ha annoverato ben oltre 4000 iscritti.
Misteri dell’organizzazione. Eppure mi ero iscritto riportando fedelmente il mio PB sulla distanza (quell’1.37 e rotti che per adesso vedo come un miraggio lontanissimo) e infatti mi hanno assegnato la griglia VERDE.
Sono partito in compagnia di un nutrito gruppo di compagni di squadra e questo fatto mi ha messo di buonumore; inoltre buona parte di noi, accompagnati dalle rispettive consorti, ci saremmo poi fermati a Verona per il pranzo. Così è stato e infatti ammetto che le energie spese per la gara sono state ampiamente e abbondantemente reintegrate nel pomeriggio.
Ma veniamo alla gara: ero in pensiero per la pubalgia e non sapevo cosa sarebbe stato saggio fare. Rinunciare? Sì, ma poi come la metto con la maratona in programma tra meno di un mese?
Mi sono ripromesso di correre senza strafare cercando di mantenermi in buone condizioni e se, ahimè, il dolore fosse sopraggiunto, mi sarei arreso senza rischiare di peggiorare la situazione. Gran confusione in zona partenza: eravamo davvero tantissimi e la scelta di far partire la gara dallo stadio l’ho considerata saggia. Poco tempo per ritirare il pettorale e prepararsi e già è ora di entrare in griglia. Il cielo è grigio e rischia anche di minacciare pioggia ma non fa freddo, perlomeno non il freddo polare delle ultime settimane. Decido di mettere una maglietta a maniche lunghe con sotto un capo tecnico a pelle e sopra la canotta sociale. E sotto solo i pantaloncini estivi, le gambe non sono un problema, correndo si scaldano. Curiosamente indosso i guanti (rossi) mentre in testa mi metto una cuffia. Insomma, non sono un bel soggetto da immortalare in foto, come potete vedere :)
Si parte e subito noto la presenza dei palloncini dei pacers e tra quelli dell’1.40 una bella “leprottina” con tanto di codino che mi attira… ma so che quel tempo sarà fuori della mia portata. Non ho mai amato la presenza dei “palloncini” perché a un certo punto se vai in crisi e ti superano hai voglia a riprenderti dalla mazzata! Infatti a un certo punto della gara verrò preso da quelli dell’1.50 e li recupererò solo all’ultimo Km. Il percorso è tortuoso, ci sono numerosi cambi di direzione e incroci per cui non si sa se si sta andando a nord o a sud. Avevo anche seguito il video del percorso ma in diretta i riferimenti sono davvero difficili da avere. Per contro è molto suggestivo il doppio passaggio nel centro storico che ci ha fatto toccare praticamente tutti i luoghi più caratteristici della città che è giustamente insignita del titolo di patrimonio mondiale dell’umanità. Bello il passaggio in arena, ma sarebbe stato molto più da brividi se ci fosse stato il pubblico sugli spalti. Ma non si può avere tutto. Arrivo soddisfatto per essere sotto l’ora e cinquanta e soprattutto perché non avverto dolore, solo un leggero pizzicore che mi fa ricordare che il problemino fisico c’è.
Real time: 1.49.02 
posizione finale maschile 2201 su 3411 arrivati (IP 65%) 
categoria M6 92° su 220 (IC 42%)
Odissea finale per avvicinarmi al ristori dove ho potuto prendere un bicchiere di succo, freddo, forse troppo. Ulteriore odissea per la riconsegna del chip. Siamo proprio italiani: l’idea di mettersi tranquillamente in fila non passa per la testa a nessuno, né organizzatori né atleti, tutti a spingere e sgomitare, bagnati di sudore e desiderosi di uscire quanto prima da quella situazione.
Meno caotico il recupero della sacca indumenti, ma qui mi ha agevolato il numero basso di pettorale, salvo poi fare strip tease direttamente in strada con la gente che passava….
Poi l’assalto al bus navetta per tornare allo stadio, riuscire a farsi la doccia e finalmente essere pronto per il “terzo tempo”.
Tutto bene, dai. Sono decisamente giù di forma e la cosa in ottica maratona mi inquieta un pochino, ma anche questa è fatta, un’altra medaglia arricchisce il mio medagliere e se lo guardo mi compiaccio di quello che ho realizzato in questi pochi anni di vita da runner. Alla prossima.

martedì 14 febbraio 2012

Pubalgia!

Come sospettavo e temevo ecco la sentenza: trattasi proprio di pubalgia. Sono andato da un medico dello sport al centro Sportlife di Brescia dove ho fatto l'ecografia ai muscoli adduttori e addominali e il referto è quello che riporto qui sotto.



La cosa che mi consola è che il medico mi ha detto di non fermarmi ma solamente di ridurre il carico e soprattutto di attivarmi a fare gli esercizi di stretching e potenziamento dei muscoli stabilizzatori del bacino, massaggi (fatti da uno competente!) e quant'altro.
Il problema pare sia nato dal fatto che l'operazione al tendine di Achille dell'anno scorso ha in qualche modo indebolito la struttura, inoltre ho una muscolatura della gamba piuttosto forte e i tendini devono sopportare uno stress e un carico che li porta in sofferenza.
Tutto questo per dire che non mi è preclusa la partecipazione alla maratona di Roma ma senza forzare e, aggiungo io, senza voli pindarici di fantasia sulla prestazione: quel che verrà verrà, l'importante sarà arrivare fino in fondo, possibilmente sano e salvo.
Intanto dopo uno stop che si è protratto per oltre una settimana, visto anche che il freddo polare ha mollato un pò, riprenderò a fare qualche uscita (e domenica c'è la mezza di Verona!!!).


giovedì 9 febbraio 2012

Eh no, non ci voleva!!!

Posso imprecare?
Da qualche giorno avvertivo un dolore nella zona inguinale che si irradiava lungo l’interno della coscia destra ma era un fastidio più che un vero e proprio dolore. Poi la sensazione dolorosa si è intensificata stranamente a riposo, nel letto: vere e proprie fitte a seconda di come appoggiavo la gamba.
Fitte che non riuscivo a capire bene se localizzate sulla coscia o più su in zona inguinale o addirittura al basso ventre. Ho fatto alcune ricerche in internet e pare che i miei sintomi, che in fase di movimento si attenuano parecchio, siano proprio quelli di una vera e propria pubalgia, in termini tecnici “mioentesite” che colpisce i punti di inserzione sull'osso pubico di diversi muscoli: adduttori, pettineo, piramidale, retti addominali, obliqui addominali, trasversi addominali. Viene provocata generalmente da un carico eccessivo nel corso dell'attività sportiva.
Prima di accettare questa evenienza ho fatto una visita dal mio medico curante che mi ha diagnosticato un probabile stiramento dell’adduttore e mi ha prescritto degli antiffiamatori (di cui però non intendo abusarne) e riposo assoluto per almeno una quindicina di giorni (ma come si fa, con Roma alle porte?); ma soprattutto ho fissato per lunedì pomeriggio una visita da uno specialista dello sport. Vediamo cosa mi dirà.
Intanto incrocio le dita e tutto ciò che posso incrociare….
Non vorrei dover rinunciare alla maratone di Roma, a costo di farmela tutta a piedi (in fin dei conti basta stare entro il tempo massimo che dovrebbe essere attorno alle otto ore).
Inutile dire che ho il morale in caduta libera...


martedì 7 febbraio 2012

Visita agonistica e tapis roulant

Abile, arruolato!
Ho fatto ieri pomeriggio la consueta visita medica annuale per il rinnovo della certificazione di abilità alla pratica agonistica.
Mi hanno sottoposto al test da sforzo sul cicloergometro e poi, cardiogramma alla mano, mi è stata fatta la visita medica.
Pare che vada tutto bene; dopo avermi tastato ed armeggiato un pò il medico mi ha congedato con un “tutto ok, lei può tranquillamente continuare a fare sport” e così per un altro anno sono a posto.

Sono giornate freddissime anche se rispetto al resto d’Italia (e d’Europa) qui la neve non ha provocato grossi problemi, ne sono scesi solo pochi centimetri ma le bassissime temperature (abbiamo toccato i -12°C) hanno trasformato in ghiaccio tutto il manto bianco per cui uscire a correre oltre che fastidioso (occorre infatti bardarsi per bene pena congelamento) è anche abbastanza rischioso.

E allora che fare? Ho in casa un tapis roulant, acquistato da mio figlio, e per la verità a me non è mai piaciuto, però a mali estremi, estremi rimedi e quindi mi sono deciso a svolgere il mio allenamento su quel macchinario infernale.
La prima difficoltà è stata digerire le diverse indicazioni sul display: qui si ragiona in termini di Km/h anziché di min/Km e la cosa mi ha dato parecchio fastidio. Ho impostato una specie di ripetute concluse come nel prospetto seguente.

stepdist min/Km
1
800
7.30
2
800
4.17
3
400
7.30
4
800
4.17
5
400
7.30
6
800
4.17
7
400
7.30
8
800
4.17
9
400
7.30
10
800
4.17
11
400
7.30
12
800
4.17
13
400
7.30
14
800
4.17
15
400
7.30
16
800
4.17
17
400
7.30
18
600
6.00
tot
11000
5.33

Nonostante fossi (s)vestito solamente con calzoncini e canotta come se fosse pieno agosto e l’ambiente non fosse per nulla riscaldato, al termine della prova ero abbondantemente sudato, praticamente fradicio da capo a piedi.

Però alla fine devo riconoscere che il mio giudizio sul tapis roulant è meno negativo di quel che era all’inizio. Evitare di uscire col freddo e col buio e non rinunciare all’allenamento ha i suoi vantaggi. Però… prima o poi finirà questo clima assurdo, e allora comincerò a lamentarmi del caldo….

lunedì 30 gennaio 2012

Il primo lungo: 30 Km per avvicinare Roma.


Ho fatto il mio primo lungo in prospettiva Roma.
Non stò seguendo nessuna tabella però cerco di arrivare al fatidico giorno con qualche certezza anche se sono consapevole delle difficoltà e del fatto che la Maratona esige rispetto perché ti dà gloria e gratificazione ma può anche darti tutto il contrario se la si affronta con troppa leggerezza.
Perché Roma? L’ho già corsa due volte, non è sufficiente? Non sarebbe stato meglio sceglierne un’altra, magari con un percorso meno nervoso in modo da poter provare ad abbassare il mio personale?
La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo: Roma è…. Roma, una città unica al mondo che solo attraversandola “a piedi” può lasciarti nel cuore emozioni e meraviglie altrimenti inaccessibili; Roma è stata la “prima” e adesso che ho ripreso dopo la nota vicenda del mio infortunio torna a rappresentare un’altra “prima”.
Ieri mattina dunque ho “preso il lungo per le corna” e mi sono deciso, in solitudine, per vedere come sarebbe andata a finire. Sono partito presto, prima delle sette, faceva freddo e c’era buio ma fortunatamente non scendeva né pioggia né neve a dispetto delle funeste previsioni della sera precedente. Contavo di raggiungere Castegnato dove alle otto ci sarebbe stato il raduno del gruppo solo che ho sbagliato i tempi e vi sono giunto che erano appena le sette e trenta e dunque non ho visto nessuno. Che fare, aspettare facendo un giro in paese oppure proseguire da solo? Ho optato per la seconda ipotesi anche in considerazione del fatto che volevo tornare verso casa non troppo tardi. Sono dunque proseguito in direzione Gussago ma non per la strada solitamente fatta in compagnia dei compagni di squadra ma per la strada del cimitero. In quel tratto, prima di raggiungere il centro di Gussago ho vissuto un momento difficile, le mani mi si sono gelate e non riuscivo a scaldarle, sembrava che il freddo diventasse particolarmente crudele e per un attimo ho temuto di non farcela. Poi per fortuna la brutta sensazione è passata e le mani si sono riscaldate. Ho proseguito attraverso Rodengo Saiano per poi puntare su Paderno, Passirano e Bornato e finalmente ho raggiunto la meta superando di poco i 30 Km.
L’obiettivo era di fare Km e quello l’ho raggiunto anche se la media è stata da turista della domenica più che da runner. Non so perciò se ritenermi soddisfatto o deluso ma così è e per adesso colgo il lato positivo: correre a lungo non è agevole e farlo in completa solitudine lo è ancora meno ma forse è tutto fieno da mettere in cascina.

Ieri sera ho recuperato le energie spese ma ne è valsa la pena, c'era da festeggiare una persona speciale: la mia mamma che ha tagliato il traguardo dei suoi 80 anni, il fisico ovviamente non è più quello di una ventenne ma la grinta e l'entusiasmo non mancano. Auguri mamma e... ancora molti anni!

domenica 22 gennaio 2012

Maratonina Montefortiana

Prima gara ufficiale competitiva con i nuovi colori della Libertas Castegnato.
Soddisfatto? Mah, direi di sì visto le condizioni in cui sono: ho sofferto il giusto, forse un tantino di più ma alla fine l'ho portata a casa. Quello che mi ha gratificato maggiormente è stata l'aver corso sempre senza mai fermarmi nè mai andare al passo.
L'appuntamento era alle 7.15 a Castegnato dove ci siamo "compattati" in due macchine (eravamo un bel gruppo di 9 atleti). Tralascio le peripezie dell'arrivare e riuscire a trovare un buco dove lasciare i mezzi: alle 9.30 viene data la partenza a mezzo di tre colpi di cannone. Folla strabocchevole, tra competitivi e marciatori non si riusciva veramente a capirci qualcosa. Con tutta la buona volontà è stato però inevitabile qualche disguido, il peggio è stato una segnalazione poco chiara che ha dirottato moltissimi competitivi sul percorso sbagliato. Io sono partito in compagnia di Sergio e Massimo e li ho avvisati per tempo di non sbagliare percorso, grazie al fatto che ero l'unico ad avere esperienza per aver fatto la stessa corsa due anni fa. I primi 5 Km li facciamo ad andatura soft, poi inizia l'ascesa e si avverte già subito che sarà dura. Scollino attorno al 10° Km con i due amici a portata di sguardo. In discesa mi getto d'istinto senza pensare al rischio che potrebbero esserci zone ghiacciate (ma per fortuna non ce n'erano). Raggiungo e supero Massimo mentre Sergio si allontana con un passo più spedito. Qualche spintone per superare gruppi di camminatori che affrontano la gara in maniera un pò troppo allegra invadendo ogni traiettoria e ci si avvicina a Soave. Si gira all'interno del castello e poi gli ultimi 4 Km verso l'arrivo dove lì ho sofferto un pò più del previsto. Nel rettilineo finale l'amico Massimo mi prende e mi stacca tagliando il traguardo 6 secondi prima di me. Ma va bene lo stesso, all'arrivo ci si ritrova soddisfatti e vicendevolmente complimentosi. Odissea per restituire il chip e prendere il pacco gara, ma qui la "colpa" è a metà tra l'organizzazione poco attenta e il vizio (italico ma non solo) di non mettersi buoni buoni in fila ma di voler a tutti i costi essere serviti per primi.
Conclusione: a caldo direi ok, ma mi riservo di raccogliere meglio le idee e fare un'analisi più completa della mia corsa. I dati? Eccoli qui: