Arrivo a casa verso le 17. Mio figlio Alberto, 18 anni, mi dice subito:
“Papà andiamo a correre?”
A questa precisa richiesta come potevo dire di no? Non che ne avessi voglia ma la mia tabella mi diceva di fare delle ripetute brevi sui 400 metri e io stavo già pensando di optare per qualcosa di meno “palloso” ma ero indeciso anche perché la giornata era di quelle che invogliano a cercare il letto o il divano più che la voglia di uscire.
Allora siamo partiti con l’intenzione di iniziare piano e poi cercare di aumentare un pochino in progressione. I primi tre Km sono stati abbastanza regolari a ritmo tranquillo ma poco prima della fine del terzo lui era già “cotto” e ci siamo fermati un attimo a riprendere fiato. Si è arrivati così a Rovato, percorrendo strade ancora inedite per le mie corse e ci è balenata l’idea di arrivare fino al Convento dei Servi di Maria, sul monte.
“OK, proviamo a veder se si arriva su?”
La salita è subito abbastanza ripida, la strada è acciottolata e quindi si aggiunge anche questa variante a renderla ancora più dura. Alberto si arrende dopo un centinaio di metri, io cerco di arrivare correndo fino in cima e, stringendo i denti, ce la faccio ma sento che è stata faticosa, il cuore batte forte. Aspetto un paio di minuti e mentre stò pensando di ritornare giù ecco che vedo Alberto che arriva, trafelato ma soddisfatto, anche per lui la conquista della “vetta” è cosa fatta. Dopo un attimo si decide di scendere prendendo la stradina dietro il convento ma è ripidissima e il fondo bagnato ci costringe a stare molto guardinghi onde evitare pericolosci scivolamenti. Alberto si lamenta di un forte dolore al ginocchio e allora decidiamo di andare al passo senza forzare né rischiare. Stop al Garmin al 5° Km, se non altro ho la traccia del percorso fatto. Al termine della discesa ci troviamo a Coccaglio e risalendo prima un tratto della statale e poi alcune stradine interne si ritorna a Rovato. Alberto non ce la fa più a correre, il ginocchio gli fa male (io penso che sia per il poco adattamento alla corsa, se avrà costanza e impegno con un po’ di allenamento in più anche quel dolore scomparirà). Per accorciare la strada del ritorno a casa seguiamo la ferrovia camminando proprio in mezzo ai binari, è una sensazione bellissima e mi fa ripensare a quando ero bambino e accanto alla ferrovia c’era una stradina percorsa per lo più in bicicletta dalle nostre donne che andavano il lunedì al mercato di Rovato….
In conclusione ho corso solamente per 4 Km e mezzo con una bella salita che sicuramente rifarò, ma l’aver avuto come compagno d’avventura mio figlio…non ha prezzo!
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Mentre leggevo avevo già pronto il commento "correre con il proprio figlio a fianco credo non abbia prezzo", ma vedo che siamo in sintonia... :)
RispondiEliminaTi capisco deve essere stato bellissimo. Talvolta d'estate mia figlia mi segue in bici e è il massimo
RispondiEliminaI miei figli non ne vogliono sapere...li aspetto al varco...!
RispondiEliminaMa pochi giorni fa' facevo le ripetute nella villa dove mi alleno e una bambina carina mi ha cominciato a seguire...prima mi aspettava sul rettilineo e mi sfidava scattando per cento-duecento metri e poi stanca...o seguendo i consigli della mamma ha preso la bici e mi seguiva nel mio 6 x 1000 ...che carica!
Era carinissima e senza parole mi spronava ad andare di piu'...mi sorpassava (ma guarda caso...) negli ultimi 300 metri e si girava a dirmi "ripigliami...."...ora pero' aspetto mia figlia che ha 19 anni e me lo dira' prima o poi..."Papa' mi piacerebbe andare a correre...."
@ Fat e Gian Carlo: sono queste piccole-grandi soddisfazioni che ripagano di tante cose. (Ma è meglio che mio figlio non legga questo)!
RispondiElimina@ Ezio: a 19 anni non puoi pretendere che ti corra dietro... non forzarla e vedrai che quando meno te l'aspetti ti dirà che le piace correre... ma solo con i suoi amici/amiche. ;)
Inutile nascondersi dietro un dito: i nostri figli ci ammirano!
RispondiEliminaChi prima, chi poi, diventeranno tutti runners!
Bravo, Ale, tiragli il collo fin da subito....sti giovani, che credono che i 50enni siano..."in la con gli anni"....scherzi a parte...concordo con la tua frase finale...anche se finora, quella frase la facevo mia per quelle poche volte che mia moglie mi seguiva in bici negli allenamenti.
RispondiEliminaAaaa che bel sentir ste robe!
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