lunedì 28 novembre 2011

Maratonina internazionale di Padenghe.


Il castello di Padenghe

Alla vigilia non avevo voglia di andarci. Ero consapevole dello scarso stato di forma che ho, anzi del fatto che i miei livelli si sono assestati su uno standard molto più basso rispetto a prima dello stop per infortunio e che il lavoro per ritornare a quote più soddisfacenti è lungo e difficile e richiederebbe maggior convinzione che allo stato attuale non ho. Ci sono delle ragioni, lo so, e sono anche consapevole cosa ci vorrebbe: nuovi stimoli per nuove motivazioni che passano necessariamente per scelte non più procrastinabili. Ma ne parlerò, intanto lascio che cose giungano a maturazione.
A Padenghe ci arrivo abbastanza in anticipo rispetto all’orario ufficiale di partenza (le 10) ma è già una piccola impresa riuscire a trovare un parcheggio non troppo distante dallo start. Sono in compagnia di Enzo che proprio oggi disputerà la sua prima gara competitiva con i colori biancorossi della nostra società. In zona partenza faremo poi l’incontro con Eros e Beppe, altri due nostri compagni di squadra. Di Tullio invece nessuna traccia, ma scoprirò poi scorrendo la classifica che c’era e ha corso bene.
Il clima meteorologico è ottimo e il primo freddo mattutino si arrende presto al tepore dei raggi del sole che riscalda il giusto. Indosso una maglietta a maniche corte e calzoncini e sotto a pelle ho una canottiera che tiene il corpo ben asciutto: stavolta ho proprio fatto la scelta più appropriata.
Ci si porta al castello e subito noto la fiumana di podisti che è già allineata alla partenza: alla fine i classificati saranno ben 1516! Numeri da record giustificati non solo dalla bellezza del territorio e del tracciato ma anche dal fatto che oggi sono in palio i titoli regionali di categoria. Ultimissimo dei miei pensieri!
Ho perso Enzo ma non perdo tempo a cercarlo, sarebbe come trovare il classico ago nel pagliaio: siamo davvero tanti e io sono abbastanza in coda anche se dietro ce ne sono ancora tantissimi. Dal bang al transito sul tappeto del via passa un buon minuto. Primi due Km in salita, leggera ma nervosetta, mi assesto sul mio ritmo e vado via tranquillo: oggi non mi interessano i tempi, tanto il mio PB in mezza maratona è destinato a durare ancora per tanto. In discesa verso Lonato mi affianca l’amico Roberto così come successivamente incontrerò Walter ma dopo poche centinaia di metri lascio che ciascuno vada col proprio passo: io stò sul mio ritmo e voglio godermi la corsa senza troppa sofferenza. Roberto lo ribeccherò al 18° Km e stavolta sarò io ad andarmene più veloce. Le gambe vanno bene, il fiato c’è, il tendine è buono buono. A metà percorso scambio due parole con una ragazza che indossa una maglia che attesta la sua presenza alla recente maratona di New York. Ci andrò mai? Al 15° Km mi fermo al ristoro, bevo un pochino di integratore e un po’ d’acqua, cammino un centinaio di metri ma poi riprendo a correre e mi sorprendo della facilità con cui ritorno al ritmo di prima. Al 16° Km si materializza la famosa salita spacca gambe, quasi un muro, riesco a correrla tutta fino in cima mentre attorno più d’uno si mette al passo. Finalmente al 19° Km le salite sono finite e c’è una lunga e continua discesa fino al traguardo. In pieno centro di Padenghe provo a lasciare andare le gambe e accelerare: riprendo tre o quattro podisti che erano davanti e brucio l’ultimo a circa 50 metri dal traguardo. Spesso ero io a subire quasti sorpassi in dirittura d’arrivo, stavolta è il contrario. Arrivo alla fine con il garmin che mi dirà che ho corso il tratto finale addirittura sotto i 4/Km!
Sono arrivato al 1236° posto su 1516. L’obiettivo di arrivare al penultimo posto è stato ampiamente raggiunto! Scherzi a parte, mi sono divertito, ho corso con l’animo leggero gustando la soddisfazione di esserci anch’io nel bel mezzo di una bella festa baciata dal sole e impreziosita dai panorami mozzafiato e dalla simpatia e amicizia di tanta gente accomunata da una bellissima passione. La corsa.

lunedì 21 novembre 2011

Maratonina di Crema


Non ero mai stato a Crema: una lacuna imperdonabile perché la città dista poco da casa mia, una mezzoretta o poco più in macchina e ci si arriva e poi perché l’ho trovata molto graziosa con il suo centro storico che è un piccolo gioiello con le sue strade acciottolate, la piazza e le numerose e bellissime chiese (Crema è anche sede vescovile) e palazzi che la impreziosiscono.
Ma a Crema non ci sono andato da turista; era in programma la maratonina che, comunque la si voglia girare, son sempre i fatidici 21097 metri da percorrere uno dietro l’altro!
Dopo la guarigione clinica del mio tendine è stato difficile rientrare nell’agone podistico, ci ho lasciato un buon 30 secondi e più a Km rispetto ai tempi che avevo prima (e che non erano già certamente tempi da buoni risultati) ma adesso affronto la corsa con un nuovo spirito che è quello di goderne la fruizione indipendentemente dal risultato. Penso infatti sempre a chi non è nelle condizioni fisiche di poterlo fare e magari lo è senza alcuna colpa o responsabilità. E’ un dono grande che ci è stato dato, quello di poter correre, ma spesso non ci si pensa e lo si dà per scontato.
Ma veniamo al resoconto della gara.
Parto da casa al mattino presto perché penso che il primo problema da risolvere sarà il trovare un parcheggio per lasciare la macchina. In settimana ho fatto solamente alcune uscite nella pausa pranzo a Brescia correndo ogni volta non più di 10,5 Km. So già che dovrò affrontare la maratonina senza strafare all’inizio e gestendo l’inevitabile crisi che arriverà attorno al 15° Km o giù di lì.
La giornata pare aprirsi a un bel sereno, il sole non è ancora sorto ma il cielo è limpido. Stò ancora pensando se sarà opportuno indossare la maglietta a maniche corte oppure quella a maniche lunghe quando dopo circa 4 Km da casa in direzione di Crema ecco il muro! No, non quello dei maratoneti ma quello della nebbia che infatti sarà la costante di tutta la mattinata cremasca. Arrivo senza problemi in città e senza problemi lascio l’auto e mi dirigo al ritiro pettorali. Incontro quasi subito l’amico e compagno di squadra Roberto con cui ci si prende un caffè e si fanno due chiacchiere per ingannare l’attesa (e sottrarci al freddo). Troviamo poi altri amici in zona partenza e alle nove in punto viene dato il via.
Mi metto subito su un ritmo regolare e tranquillo, non troppo veloce ma nemmeno lento come avrebbe voluto Roberto per fare il “trenino” delle due ore, proprio per ottimizzare la fatica.
Correre nella nebbia ha un fascino particolare, addirittura mi sembra che i piedi scivolino sull’asfalto, non sento molta “presa”. Ci si porta fuori città e si affrontano un paio di cavalcavia che… bè, non ci fossero stati avremmo ringraziato in tanti! Capergnanica e poi Passerera sono le località che attraversiamo, immersi nella nebbia e nell’indifferenza dei pochi passanti. Io non capisco se stiamo andando in direzione nord o sud o est od ovest, ma il bello è proprio quello. Ora siamo su una ciclabile, chiusa al traffico e il passo è regolare. Ho saltato il ristoro del 10° Km ma mi fermo a quello del 15°, bevo un tè caldo e inghiotto una manciata di uva sultanina, cammino un centinaio di metri e poi riprendo il ritmo di prima. Si ritorna a Crema, altro cavalcavia e poi ecco la città. Al 20° Km avverto una piccola crisi, medito uno stop al punto di ristoro ma poi mi dico che sarebbe da sciocchi arrendersi proprio ora. Alzo il pensiero a un paio di amici, uno che è lassù in cielo e che so che mi incita e mi aiuta, l’altro che è in piena lotta per superare una crisi che lo costringe su un letto di ospedale: forza Alberto, indimenticabile ex collega di lavoro, forza!
Ecco la porta che dà l’ingresso nel salotto buono della città, il centro storico che si attraversa in lungo tutto transennato, dove racimolo le ultime forze ma stavolta sono io a raggiungere e superare qualcuno che era davanti. Cerco di assumere un’espressione buona per i fotografi (ma poi queste foto dove si reperiscono?) ed ecco l’arrivo proprio sotto porta Serio. Bellissimo!
Il tempo? Ufficialmente è 1.51.22 (real time 1.50.41) che mi classifica all’867° posto su un totale di 1081 arrivati. In una gara e una giornata che ha fatto rettificare numerosi PB io mi accontento di essere giunto con circa 10 minuti in più dei miei standard pre operazione al tendine. Non so se riuscirò a tornare a quei livelli ma francamente è un pensiero che non mi assilla. Ho goduto una bella mattinata di corsa e di amicizia e questo è per me l’aspetto più gratificante.

lunedì 14 novembre 2011

Borgosatollo: trofeo Falegnameria Guerrini

Ho partecipato a questa gara del circuito hinterland gardesano ma ho volutamente evitato di spillarmi il pettorale e ho deciso di correrla da non competitivo. Voleva solo essere una mattinata serena, dentro e fuori di me stesso.
Alla vigilia sembrava dovessimo essere almeno in 4 o 5 ma all'ultimo momento mi sono trovato da solo e questo fatto mi ha lasciato un pò di amarezza che si somma a quella che provo analizzando le prospettive future della nostra società. Forse è un periodo così, non riesco a trovare motivi di entusiasmo e anche le prestazioni in corsa ne risentono.
Faceva piuttosto freddo ma era una giornata piena di sole. Espletate le formalità dell'iscrizione e dopo essermi aggirato tra la folla già numerosa di podisti mi sono avviato alla macchina per cambiarmi e per partire senza aspettare il via ufficiale. Nel tragitto ho incontrato l'amico Fabio di Castegnato con cui ho scambiato due parole che mi hanno fatto bene. Visto che più d'uno era già in corsa sul percorso sono partito anch'io accendendo il garmin non tanto per registrare la prestazione quanto per memorizzare il percorso. Mi sono assestato su un ritmo tranquillo non troppo sostenuto che alla fine si rivelerà sui 5'21"/Km di media per un totale di 13,21 Km. Il percorso mi è piaciuto; all'arrivo pensavo di aggiungere anche il giro da 5 Km ma poi ho preferito solamente fare un paio di giri attorno alla zona arrivo e tornarmene a casa abbastanza presto.
Questa settimana prenderò alcune decisioni importanti per le quali confido in uno scatto di saggezza dei miei (pochi) neuroni cerebrali. Intanto domenica mi attende la mezza maratona di Crema dove anche stavolta partirò da casa in splendida solitudine.