venerdì 30 ottobre 2009

E adesso che faccio?

La fettuccia sul lastricato di Riva dei sette martiri a Venezia ha segnato un traguardo non solo per la mia maratona ma anche per i miei impegni programmati.
A chi mi chiedeva “cosa hai intenzione di fare a novembre e dicembre?” rispondevo, convinto “Vedrò dopo Venezia in che condizioni fisiche e psicologiche ne uscirò e poi penserò al futuro”.

Ecco, archiviata la mia seconda maratona, guardo avanti e, a parte la mezza di Carpenedolo che è qui dietro l’angolo (8 novembre) a cui mi ero iscritto assieme ai miei compagni di squadra in tempo utile per usufruire della tariffa scontata, per il resto la mia agenda podistica è ancora intonsa.
Dopo una prova come la maratona che richiede mesi di preparazione e si prende una overdose di energie anche emozionali, è facile cadere in una sorta di svuotamento motivazionale pericolosissimo. E’ come quando hai dato un esame a cui hai dedicato giorni e giorni di preparazione e sacrificato tante risorse. Ci si sente talmente appagati che si ha solo voglia di staccare la spina col rischio di rimanere ben presto in “black out”.

E allora caro Sandro è tempo di smettere di voltarsi indietro e compiacerti per l’impresa compiuta (immortalata da diplomi, filmati, fotografie e quant’altro racimolato nel web), ma di riprendere in mano la situazione e trovare subito un altro traguardo.

Il primo pensiero appena chiusa la maratona è stato “Mai più, questo massacro non fa per me”; il secondo “Voglio subito farne un’altra, è troppo bella”.
Mi tenterebbe, lo ammetto, Reggio Emilia, il 13 dicembre ma è il giorno di Santa Lucia (che porta i doni ai bambini) e non posso far torto alla mia piccola Francesca, e neppure a Cecilia perchè sarebbe la classica goccia che fa traboccare il vaso e mi troverei col rischio grossissimo di essere “defenestrato” da casa !!!
Escludo per ora altre località non raggiungibili nella stessa giornata della gara; anche il budget ha le sue esigenze e purtroppo a fine mese si fa sempre più fatica ad arrivare…

Lascio perciò la parola e i suggerimenti ai miei lettori: voi cosa mi consigliate?

Ah, dimenticavo di postare l'allenamento fatto ieri sera, con Roberto. 10 Km a ritmo che per me era un tantino tirato, a circa 5/Km considerato anche che non era pianeggiante. Sul finale ho provato a fare un paio di allunghi: tutto bene ma non ho osato rischiare più di tanto.
I dettagli qui su Garmin Connect.

mercoledì 28 ottobre 2009

Analisi tecnica semiseria della mia Venice Marathon: alla ricerca di un senso (ma c’è?)

A bocce ferme, smaltiti i postumi, i traumi, l’acido lattico, le fatiche, le delusioni, (le emozioni quelle no), ho raccolto i risultati della mia corsa e incrociando, accorpando, estrapolando e “masturbando” gli aridi numeri cerco di trovare un qualche filo logico che mi dia consapevolezza e convinzione (e magari anche qualche nascosto motivo di soddisfazione).
Lunedì sera ho fatto una corsetta di circa una decina di Km per sciogliere la muscolatura e devo dire che è stata una scelta giusta. Adesso mi sento molto meglio e metabolizzo che ho portato a termine un'altra bella impresa che alla mia età non tutti possono vantare...e me ne vanto io!


Dunque, di fronte ai numeri di primo acchito affermo senza tema di smentita che “non è andata così male come al primo momento pensavo”.
E’ vero, avevo incautamente inseguito un obiettivo, quello di finire entro le 3 ore e 50 minuti ma avevo fatti i conti senza l’oste, senza sapere nulla di nulla sul percorso e sugli ostacoli tecnici, fisici, psicologici ed altro che avrei trovato.


Iniziamo dunque a leggere la prima tabella, quella dell’andamento chilometrico dove si nota subito che per i primi 2/3 di gara mi sono mosso praticamente col pilota automatico inserito: ritmo regolare attorno ai 5.15-5.20 e frequenza cardiaca da passeggiata romantica. Ricordo infatti il senso di tranquillità e serenità che ho provato sia sulla riviera del Brenta che nel tratto cittadino di Mestre fino al “maledetto” parco san Giuliano.
Ma poi non è che abbia sbattuto contro il famoso muro (il “drago”), direi che in realtà si è trattato di un affaticamento progressivo generale ma non ho avvertito dolori o crampi, neppure alla fine e il cuore ha sì accelerato ma come si nota la FC MAX non ha mai superatoi 155 bps, dunque a livello fisiologico non ero proprio messo male.
Credo che oltre alla sfera psicologica (quel parco infinito mi ha davvero provato) si sia trattato di una concausa di due errori che ho commesso (mea culpa, mea culpa, sapevo di sbagliare e.. ho sbagliato):
1 – aver bevuto fino al 35° Km solo acqua (e va bene) ma poi aver preso un integratore salino che mi ha “chiuso” lo stomaco.
2 – non aver ingerito nulla di solido (un frutto oppure un gel) col risultato di aver esaurito le scorte energetiche.


La tabella successiva mi dà un motivo in più di consolazione perché mi fa capire che se ho sbagliato io, ebbene sono stato in buona compagnia visto che ho gradualmente recuperato posizioni dall’inizio alla fine nonostante l’evidente flessione cronometrica.
Ho per curiosità inserito anche gli indici IP (indice di posizione), IS (indice sesso), IC (indice categoria) che mi fa vedere il mio piazzamento, fatti 100 i partecipanti, rispettivamente nella classifica generale, in quella dei solo maschi, in quella della mia categoria. Alla fine registro che essendo inferiori a 50 tutti i tre indici vuol dire che mi piazzo sempre nella prima metà della classifica.

Tutto bene? Non so, certamente riguardare ciò che si è fatto è utile per fare esperienza e per non rifare alla prossima maratona gli stessi errori.
Ma di essere libero di farne altri!

lunedì 26 ottobre 2009

Maratona di Venezia: il drago e l'angelo

Venezia. Da anni mi dicevo “prima o poi ci devo andare”, è una città unica e bellissima, è a poco più di 150 Km da casa mia ma c’è voluta la maratona per farmi ritornare a godere di queste bellezze straordinarie che tutto il mondo ci invidia. L’occasione era anche propizia per festeggiare con Cecilia il nostro 20° anniversario di matrimonio e così ci siamo fatti un week end unendo entrambe le cose.
Nessuno della mia squadra a farmi compagnia (che sapessero già a cosa sarei andato incontro?) ma per fortuna mi sono aggregato agli amici della Libertas Castegnato, società di cui ho fatto parte prima della fondazione della nostra e con i quali mi lega una bella amicizia cementata dalla comune passione podistica e la condivisione della maratona di Roma. Mancava Alberto (Bibe) appiedato da un infortunio fisico che l’ha un po’ depistato dal running (magari la concausa potrebbe essere il matrimonio…) ma ci ha raggiunto alla partenza da Castegnato per darci il saluto e l’incoraggiamento.
Il viaggio l’ho fatto con Massimo accompagnato dalla moglie e dal figlio e così anche le nostre signore hanno trovato subito il modo di “legare” e pianificare la loro vacanza a Venezia nella mattinata di domenica in attesa della conclusione della nostra gara.
Il sabato l’abbiamo passato a fare i turisti per le calli e i canali veneziani (con supplemento di fatica che ovviamente non doveva essere fatta prima della maratona…).
La notte però ho dormito profondamente, l’ansia della gara era svanita, ero consapevole che ormai quel che avevo seminato avrei raccolto e se la semina fosse stata scarsa non avrei dovuto aspettarmi miracoli, ma ero fiducioso.
Al mattino, dopo una buona colazione, rigorosamente dedicata all’immagazzinamento corporeo di carboidrati e zuccheri si sale sul pullman che ci porterà alla partenza a Stra. E lì li vedi tutti i maratoneti, chi più chi meno tesi e concentrati e pronti all’arrembaggio.
A Stra nella moltitudine incredibile di atleti quasi subito noto la sagoma inconfondibile di Albertozan e poi di Gianluca Master runners, poi alla spicciolata incontro diversi blogtrotters e amici di running forum.
E’ bello ritrovarsi così dopo che gli appuntamenti programmati erano “ovviamente” saltati; ognuno ha i suoi personali obiettivi ma ci sentiamo veramente uniti come un’unica famiglia e ci si dà appuntamento sui rispettivi blog/forum.
Ma occorre affrettarsi, il tempo passa e c’è da cambiarsi, consegnare le sacche e ingabbiarsi nei rispettivi settori (io sono in quello di mezzo, stavolta non più in fondo a tutti come a Roma). Alle 9.30 dopo che prima erano partiti i “professionisti” e i disabili ecco il via.
Inizia la mia seconda maratona.
Sono intruppato tra gente sconosciuta con cui ci si scambia qualche battuta al momento; gli altri sono dispersi, chi in altri settori, chi nel mio stesso ma non li vedo. Appena trovo spazio inizio a ingranare il mio passo, regolare, tra i 5.15 e i 5.20.
Stò bene, mi godo anche la bella riviera del Brenta, ad ogni paese attraversato l’incitamento della folla e soprattutto dei bambini che chiedono il “cinque” mi fa provare brividi di emozione. La maratona è un evento e io sono parte di esso. Il cielo è leggermente velato e per i primi 15 Km il sole non ci dà fastidio, il clima è ideale, il ritmo è regolare.
Finisce la riviera del Brenta e da Malcontenta ci si inoltra nella zona industriale di Marghera. Mi ero preparato psicologicamente a questo passaggio immaginandolo brutto e deprimente anche per le probabili prime avvisaglie di stanchezza, invece grazie anche al cielo sereno e al fatto che stò bene e non avverto stanchezza e fatica vado avanti contento, sorrido e gusto la corsa.
A Mestre addirittura sento un’orchestrina che intona la canzone di Battisti “dieci ragazze per me…” e mi metto addirittura a cantare!
Intanto è passata la boa della mezza maratona (1.52.31 il mio real time); i pacers delle 3.50 sono dietro e se tutto dovesse andare bene chiuderei davvero attorno a quel tempo stabilendo il mio nuovo personale.
Ma il “drago” è lì che mi stà aspettando e io inconsapevole mi ci stò dirigendo contro.
Qual è il punto più difficile? Il ponte della libertà dicono tutti e invece no, per me è il parco San Giuliano, quel maledetto polmone verde che ci fanno attraversare facendoci girare in su e in giù con saliscendi e che non finisce mai.
Al passaggio del 30° Km mi raggiunge Massimo, abbastanza stravolto e in palese difficoltà; vedendo lui ecco la prima zampata del “bastardo”, mi sento in crisi anch’io e faccio un tratto al passo; passano i pacers delle 3.50 ed è la seconda zampata, Massimo si ferma stremato, è la terza zampata.
Ho uno scatto d’orgoglio, finalmente il parco è finito e si sale verso il ponte della libertà.
Qui è il mio riscatto, vedo Venezia laggiù, so che saranno ancora 4 Km prima della fine del ponte, vedo un sacco di gente ferma, al passo, a fare stretching ma io vado con la mia corsa, non più fluida e veloce ma continua, mi dico che il mostro è stato abbattuto, mi ha colpito ma non mi ha fermato, adesso sono io che detto le regole.
Ma lui, il “bastardone” non è morto, è la che mi attende per darmi il colpo di grazia.
Al Tronchetto mi azzanna di nuovo, mi metto a camminare cercando di raschiare il fondo delle mie residue energie.
Ed ecco un angelo, un salvatore che mi strappa letteralmente dalle fauci della bestia. E’ Gianluca Master runners, mi si affianca mi incita mi sprona, mi spinge, mi vede in palese difficoltà e cerca di darmi pensieri positivi, siamo a Venezia, il tratto brutto del porto finirà, poi viene la parte spettacolare.
Breve sosta al ristoro del 40° Km, il 40° diamine…è finita no?
No, ci sono i 14 ponti come le 14 stazioni della Via Crucis… ma  percorro i primi ritrovando un barlume di energia, sempre con Gianluca al fianco che mi grida di non mollare.
Ecco il lungo ponte sul Canal Grande, di là c’è San Marco, folla immensa e osannante, non ce la faccio più, cammino per un tratto, l’incitamento della folla mi fa riprendere la corsa, siamo in vista del traguardo, ancora 7 ponti, la salita sulle passerelle riesco a farla bene ma non finiscono più…
L’ultimo sforzo, laggiù l’arrivo.
Sento un urlo di incitamento, è Cecilia.
Accenno uno scatto, non so come ma ecco la fine, sotto le 4 ore ma sono stravolto.
Mi appoggio alla transenna e poi si deve defluire, mi danno una sacca di viveri, la medaglia al collo, la sacca degli indumenti….
Mi dirigo come uno zombie a cercare un punto per riuscire a cambiarmi, sento lo stomaco chiuso, la stessa brutta sensazione di Roma, ma stavolta non ho mangiato ai ristori, ho solo bevuto acqua, e un bicchiere di integratore salino dopo il 35° Km, ma probabilmente è quello che non riesco a digerire.
Dopo un lungo tempo e un piacevole incontro con altri amici di running forum finalmente mi ricongiungo con Cecilia e con gli altri del nostro gruppo. Qualcuno ha avuto una crisi spaventosa, qualcuno è andato meglio ma siamo tutti molto provati.
Il ritorno è da incubo; io non riesco a digerire e l’ondeggiamento della zattera in attesa, lunghissima, di un vaporetto, col sole che picchia in faccia non è certamente una situazione agevole.
Dopo una buona mezzora però riesco a digerire e allora esco dal tunnel, mi sento molto meglio e analizzo la mia gara.
Mi consola la regolarità dei primi 30 Km; sono un po’ deluso perché avevo in mente un obiettivo diverso ma ancora di più perché sono arrivato troppo stravolto; a Roma provai brividi di emozione che qui invece non ho provato se non nella prima parte di gara. A sera poi la delusione di vedere il mio real time un paio di minuti superiore a quello segnato dal mio garmin per cui non ho neppure limato il tempo di Roma.
E’ stata però tutto sommato una bella esperienza; la maratona è una gara dura e va affrontata con serietà nella preparazione. I lunghi occorre farli. Adesso però stacco la spina per un certo periodo e poi analizzerò meglio cosa è andato bene e cosa è andato male… il maratoneta è stanco… ma un maratoneta non si arrende e sa che ogni sofferenza tempra il corpo e lo spirito.. e io SONO un maratoneta.


[dettagli su Garmin Connect]


giovedì 22 ottobre 2009

Sono pronto? No... si... boh....

Non sò perchè scrivo questo post, forse per esorcizzare la paura che come un tarlo si stà insinuando in me e sale piano piano ma inesorabile e mi fa tremare le mani e battere il cuore.
Probabilmente perchè ho bisogno di sentirmi vicino, sia pure virtualmente, gli amici che son certo mi possono capire.

In fin dei conti è "solo" una corsa, mi dico, e assisto quasi impotente a questa battaglia che si stà scatenando nella mia mente:
sono pronto diamine, mi sono allenato, non è la prima volta, ho appena fatto una mezza maratona senza problemi....
non sono pronto, non ho fatto diligentemente la preparazione, il clima sarà più caldo e umido, il ponte della libertà mi prosciugherà di ogni energia, a Roma fu un miracolo e quelli non si possono ripetere...

Al lavoro non riesco a concentrarmi, ho letto articoli, libri, consigli vari su come addomesticare la mente ma sembra che l'effetto non sia quello previsto.

Intanto raccolgo i risultati del sondaggio e leggo che molti hanno fiducia nel fatto che io riesca a chiudere entro le 4 ore (i 2 bontemponi che mi pronosticano entro le 3.30 non li considero, così come spero non abbia ad aver azzeccato quello che mi dice che non la finirò).

Sì, ormai è tutto pronto,"tutto è compiuto"; rimane solo da abbeverarsi al fiele amaro della sofferenza.

Esagero, lo sò, mi faccio paranoie assurde ma le voglio scrivere e chissà che "dopo" non mi rimanga da sorridere a rileggerle.

Ma è una traccia di me che voglio lasciare qui, che voglio lasciare qui, adesso.
A Venezia ho già altro da portare....
grazie amici.

lunedì 19 ottobre 2009

18 ottobre: maratonina di Cremona.

Una bella gara, un'ottima soddisfazione, era da tempo che non provavo il gusto di correre bene come stamattina.
Dopo i dubbi e le preoccupazioni a causa del dolore sciatico che mi ha colpito alla gamba destra ho fatto un pò di riposo e sono uscito venerdì sera per testare la mia condizione. Avevo in programma un giretto breve a ritmo maratona (attorno a 5.15) ma strada facendo ho voluto allungare, stavo bene e avevo davvero voglia di godermi la corsa, così i Km sono diventati 12,5 alla media di 5.10/Km
(vedi dettagli su Garmin Connect).

Da lì la decisione di andare a Cremona e di fare la mezza a ritmo maratona.
Parto assieme al mio compagno di squadra Valter Sbardellati e passiamo a raccogliere anche Alberto a Castegnato che porterà lo striscione dei blogtrotters perchè l'intenzione è quella di fare un blogpoint con gli amici bloggers che ci saranno a Cremona. Fa fresco, anzi direi freddo (3°C) ma è secco. E' il clima che piace a me anche se i gradi sono effettivamente pochini. Scendendo in autostrada verso Cremona è bello vedere i campi coperti da un leggero strato di nebbia che li fa sembrare dei mari... Arrivati ci rechiamo al ritiro pettorali, il freddo è lievemente calato (i gradi sono diventati 6) e io decido che correrò solamente con la canottiera senza niente sotto (e tale scelta si rivelerà azeccatissima). Intanto mi frulla un pensiero tra il serio e il faceto "tentare di fare una grande prestazione per fare il pieno di motivazione per Venezia", lo dico ad alta voce e mi merito i rimbrotti dei miei compagni d'avventura. In realtà temo che la gamba faccia brutti scherzi e il dolore sciatico mi riprenda all'improvviso. Dopo un pò di tempo passato ad aspettare i blogtrotters (arriveranno man mano Mic, Walter e Daniele) si va al deposito borse per non correre il rischio di arrivare in zona partenza troppo tardi. Là incontrerò Filippo, Innovatel e un altro runner di running forum. Saluti, strette di mano, pacche sulle spalle e foto di rito. Ma è ora di posizionarsi alla partenza. Perdo di vista tutti quanti e mi infilo nella già lunga teoria di podisti cercando di guadagnare qualche posizione. Vedo e raggiungo Daniele e finalmente arriva il momento del via. Parto cercando di tenere un passo regolare ma capisco già subito che il ritmo maratona non sarà certamente quello che stò facendo, attorno ai 5/Km. Dopo la comprensibile confusione iniziale la strada si fa più libera e io corro e corro bene; ogni tanto penso che oggi è il compleanno della mia Francy (8 anni) e sorrido, penso che chi mi avrà guardato avrà pensato a chissà che cosa, un sorriso da ebete eppure sentivo una gioia dentro che non mi faceva avvertire minimamente la fatica. Non riesco neppure a descrivere cosa provavo, una sensazione di beatitudine e di serenità, una voglia di correre che riempiva ogni fibra del mio corpo. Al 7° Km raggiungo i pacers dell'1.45 ma io vado col mio passo (tra i 4.50 e i 4.55) e dopo un pò li lascio indietro. Non voglio forzare ma solo godermi la corsa, al diavolo le preoccupazioni e le precauzioni; stò bene, le gambe girano bene, dolori non ne sento. Passa anche il 10° Km (49'08"), ecco la seconda metà gara e si ritorna verso la città, poi ecco il Po, ultimo parziale al 18° Km (1.28'08"). Poco dopo mi sento chiamare, è Daniele, autore di una prova maiuscola; l'effetto è quello di una sferzata, accelero insieme con lui e gli ultimi Km pur in leggera salita li faccio a 4.52, 4.37, 4,32 e taglio il traguardo con un ultimo sforzo per non farmi passare proprio sul tappeto rosso. Il tempo finale dice 1.42.55 non granchè ma ciò che conta è che non ho nessun fastidio, e neppure nessun affanno (la frequenza cardiaca media risulterà di 147 bps con punta massima di 162 bps.
Ma la cosa più bella è che registro un negative split per la prima volta, quando solitamente registravo un calo netto nella seconda parte.
[dettagli su Garmin Connect]



E adesso settimana di scarico fisico e di carico emozionale: Venezia arrivo!!!

lunedì 12 ottobre 2009

Dubbi a meno di 15 gg da Venezia

Il problema al collo si è risolto in un paio di giorni, era semplicemente un colpo di freddo.
  • Venerdì sera ho fatto una corsa in solitaria lungo il percorso della nostra gara sociale di maggio, dunque sufficientemente impegnativo ma non "estremo". Faccio i primi 2 Km e improvvisamente avverto un dolore forte che dalla base del gluteo scende fino a dietro il ginocchio destro. Stringo i denti e continuo ma sento la gamba come anestetizzata; la sensazione dolorosa e di torpore si protrae per altri 3-4 Km poi lentamente sparisce e posso chiudere il mio allenamento senza ulteriori conseguenza ma intanto la testa elabora foschi presagi...
  • Ieri mattina, dopo aver riposato nella giornata di sabato, vado con Valter C. ad Almè, poco oltre Bergamo, per partecipare ad una non competitiva che mi possa servire come lungo. La gara sembra ideale, sono previsti vari percorsi e quello più lungo è indicato di lunghezza pari a 27 Km (al garmin si riveleranno poi essere soltanto 25). Al risveglio non stavo bene, testa dolente e senso di spossatezza pur avendo dormito profondamente. Prendo un antiffiammatorio e decido che comunque non posso saltare l'allenamento. Giungiamo ad Almè abbastanza presto e nonostante il freschino correrò soltanto con la canotta. Per i primi 5 Km con una prima salita già affrontata sono ancora semiaddormentato e non sò se stò correndo o no, poi pian piano mi sento sempre meglio e pur non tenendo un ritmo elevato (ma il percorso è decisamente nervoso con saliscendi su sterrato abbastanza impegnativi) chiudo il percorso senza avvertire troppa fatica, anzi dopo una mezzoretta mi sento come se non avessi faticato per nulla. Il dolore di venerdì non si è fatto sentire. Valter, attardato da un "pit stop  tecnico" è arrivato dopo una decina di minuti. Bella corsa, ben organizzata, segnalazioni ottime (addirittura ogni Km segnalato anche se poi alla fine saranno due di meno). Unica pecca quella di non aver resettato il garmin in partenza e così ho potuto recuperare i dati non senza difficoltà.
Ora i dubbi sono essenzialmente riconducibili a questo: Venezia si avvicina, la tabella di preparazione che a suo tempo mi passò Bibe l'ho tralasciata concentrandomi su lavori diversificati e qualche lungo che però, ahimè, non è stato più lungo di 31 Km. 
  • Basterà? 
  • Ieri forse era meglio fare un lungo più lungo e meno collinare? 
  • E domenica prossima faccio bene a correre la mezza di Cremona? 
  • E se la faccio a che ritmo, a quello che di solito tengo nelle mezze tentando di avvicinare il mio PB oppure no?
Confido nei consigli dei miei amici virtuali (e, se necessario picchiate pure duro, se lo merito).

Ecco i dettagli su garmin connect:
[allenamento di venerdì]
[corsa di Almè]

giovedì 8 ottobre 2009

7 ottobre: il rischio di correre più con la testa che con i piedi

Svelo subito il mistero del titolo del mio post: si dice che bisogna correre più con la testa più che con i piedi, ma se il risultato è quello che mi è capitato ieri, avanzo qualche dubbio in merito.


Dopo aver fatto un bel 4x2000 con recupero 1000 tra una serie e l'altra, soddisfatto per aver portato a compimento questo lavoro che mi ha spremuto per bene, tornato a casa ho avvertito uno strano irrigidimento del collo e subito dopo un dolore diffuso che mi ha un tantino preoccupato. L'ho mitigato con una pomata e con un antidolorifico ma la sensazione dolorosa continua anche oggi. Probabilmente un colpo di freddo e la tensione dei muscoli del collo sono state le cause scatenanti. In compenso le gambe non danno segni di alcuna fatica.


Intanto ho scovato in rete un bell'articolo con consigli utili e che pare diano davvero ottimi risultati. Eccolo qui.

Le ripetute sono uscite a 4.20-4.30-4.45-4.45 con recuperi 5.33-5.50-6.00.5.59 mentre la FC MAX ha raggiunto i 166 bpm.
[dettagli su garmin connect]

martedì 6 ottobre 2009

5 ottobre: non ho resistito alla tentazione.

Eh no, non ho resistito. Dopo le tre giornate piene avevo pensato saggiamente di prendermi un giorno di riposo assoluto dalla corsa onde evitare eventuali e probabili problemi fisici ma una volta giunto a casa ho sentito crescere dentro di me un desiderio così forte e così intenso che pian piano mi ha piegato alla sua volontà tentatrice.
Su garmin connect avevo inserito un obiettivo da raggiungere, così tanto per provare, 70 Km da completare entro ieri. Me ne mancavano ancora 4 e quel “95% completato” mi suonava un po’ di beffa.
Mi sono preparato e sono uscito a correre. All’inizio le gambe erano un pochino come addormentate, se avessero avuto vita propria avrei sentito una vibrante protesta levarsi contro di me; poi man mano che cresceva l’euforia endorfinica anche loro si sono sciolte e sono diventate più leggere. Non avendo trovato Roberto (ci eravamo dati appuntamento ma non ci siamo intesi sul dove e quando) mi sono avviato prendendo la sterrata verso il Barco dove ho incrociato Sergio che ha fatto subito dietro front e si è affiancato a me e così tra una battuta e l’altra ci siamo fatti compagnia fino a quando l’ho lasciato nei pressi di casa sua.
[dettagli su garmin connect]
Non ho mai goduto tanto come ieri; oltretutto la serata era fresca e gradevole. Ah che bello!
Intanto vedo che qualcuno si sbilancia rispondendo al mio sondaggio, ma mi pare che si profili un esito un po’ troppo ottimistico…

lunedì 5 ottobre 2009

Fine settimana massacrante…

Sono abbastanza indolenzito, doloretti vari e gambe che mi dicono che sono un po’ stracche e forse hanno ragione: da venerdì a ieri ho corso tanto (rispetto ai miei standard) ma sono soddisfatto perché ho raggiunto il mio obiettivo che era quello di macinare chilometri in vista di Venezia (mamma mia, più si avvicina la data più mi sento impreparato…).
A tal proposito ho provato a inserire un sondaggio: forza dunque, sbilanciatevi.

Venerdì 2 ottobre
Ho fatto un giro collinare per testare la m ia condizione in vista della gazzetta run di Desenzano: 12,66 Km in 1.03’41”. Ho cercato di tenere un passo non proprio blando ma alla fine mi dico che realisticamente a Desenzano non riuscirò a stare sotto i 50 minuti, inutile cullare sogni di gloria…

Dettagli su garmin connect

Sabato 3 ottobre: gazzetta run
Ero già rassegnato ad andare a Desenzano tutto solo soletto invece vedo Valter C. che in un attimo si convince a venire con me anche se, essendo scaduti i termini per l’iscrizione, si dovrà accontentare di correre fuori classifica. A Desenzano ci dovrebbe esere un mini blog point con i “mitici” Michele e Fatdaddy e in effetti dopo una lunga peripezia per arrivare in macchina fino al parcheggio (ma che traffico incredibile…) ci troviamo e riusciamo a farci una foto e anche a fare un po’ di riscaldamento insieme. Dopo un po’ trovo anche i miei compagni di squadra Elena, Pierangelo e Piero M. Che dire? In una società seria ci si sarebbe accordati per venirci insieme…

L’evento è imponente, c’è un sacco di gente e la partenza, prevista per le 18 è posticipata di mezzora. Finalmente ci si sistema per la partenza; io sono a fianco di Fatdaddy (che sfoggia un numero di pettorale da top runner) e Valter e tra di noi c’è una sorta di sfida interna, ma penso che sarà difficile per me riuscire a tenere un ritmo elevato, però ci provo. Al BANG parto con decisione e subito li perdo di vista; stò regolarmente e incredibilmente attorno ai 4’30” finchè la strada è scorrevole. Si entra nel centro storico e si scende fino al lago per poi passare su un tratto di spiaggia dove i piedi affondano nel ghiaione. Peccato, mi dico, qui purtroppo il ritmo viene spezzato e cala sensibilmente per tutti. Subito dopo si sale ripidamente per qualche centinaio di metri e poi prima dell’arrivo si deve fare un po’ di gimkane nel parco, insomma per fare il “tempo” non è certamente il percorso adatto. Gli ultimi 300 metri sono sulla pista di atletica. Con la coda dell’occhio vedo che ho un centinaio di metri di vantaggio sui miei due “avversari” (Fat e Valter) ma appena un atleta mi supera scatta in me una reazione che direi quasi rabbiosa: accelero e parto in progressione, all’ultima curva supero un gruppetto di 4 atleti e piombo come un fulmine sul traguardo. I dati scaricati dal garmin mi diranno che ho fatto l’ultimo tragitto in pista alla fantasmagorica media di 3’30” con punte di 3’10” !!! Sono strasoddisfatto anche perché le gambe rispondevano senza indugi alla volontà.

Tempo finale 45’35”
posizione 209 su 339 competitivi
posizione di categoria 44 su 67

Dettagli su garmin connect

Domenica 4 ottobre
Con Valter C. ci siamo recati a Bonate Sopra (Bergamo) per partecipare a una bella gara non competitiva attraverso i sentieri sterrati del parco del Brembo. Ho iniziato a fare il percorso da 10 Km mentre Valter ha fatto quello da 22; completato il giro ho proseguito anch’io su quello da 22. In totale 32 Km (esattamente 31,55) completati in 3.02’41” (media 5’47”).

Belli i posti, un po’ più impegnativo del previsto il percorso ma alla fine anche questo lungo è stato portato in cascina. Oggi però mi riposo anche se la voglia di fare un corsetta non manca, ma credo sia saggio non rischiare.

Dettagli su garmin connect

giovedì 1 ottobre 2009

30 settembre: piramide con check up


Di nuovo garminizzato!
Ieri pomeriggio in compagnia di Roberto e Valter C. ma soprattutto attrezzato col mio nuovo Garmin forerunner 305 con fascia cardio abbiamo affrontato un bell'allenamento di tipo piramidale (mi piace questa definizione!) così strutturato:
  • riscaldamento
  • 1 Km (media 4'33")
  • recupero di 2 minuti
  • 2 Km (media 4'39")
  • recupero di 2 minuti
  • 3 Km (media 4'48")
  • recupero di 2 minuti
  • 2 Km (media 4'39")
  • recupero di 2 minuti
  • 1 Km (media 4'30")
  • defaticamento
Ovviamente il tutto rigorosamente impostato tramite Training Center sul 305 che ho provveduto però a proteggere adeguatamente coprendo i forellini sul retro con lo stesso cerotto che uso per proteggere i capezzoli (e funziona!).
Con enorme curiosità ho scaricato i dati, soprattutto per verificare due cose:
  1. se avevo settato e registrato correttamente
  2. a quanto sarebbe salita la mia FC max
Il primo punto è stato ok, l'aggeggino è straordinario e tra Sport Tracks, Training Center e Garmin Connect mi sono visto un sacco di grafici che quasi quasi non sò più quale sia il migliore.
La frequenza cardiaca massima è stata di 165 bpm (87% FC max). Su questo dato mi piacerebbe avere il parere dei miei lettori più "navigati". E' troppo alta? E' troppo bassa?

Infine una considerazione: mi devo velocizzare, e non aggiungo altro.

Ecco i dettagli