martedì 31 marzo 2009

I miei programmi per il 2009

Ho voluto aspettare l'esito della maratona di Roma per monitorare le mie condizioni psico-fisiche e raccogliere e riordinare un pò di idee al fine di stilare una bozza di programma personale per il 2009.
A questo punto dò la precedenza alle gare valevoli per il campionato societario FIDAL provinciale, escludendo le corse in montagna e le prove su pista.
La sfida della seconda maratona potrebbe essere raccolta per la Lake Garda Marathon oppure per Venezia (anche se nello stesso giorno è in programma la novità Lucca) oppure entrambe. Niente Firenze e niente Milano almeno per quest'anno.
Ci stà anche la Cortina-Dobbiaco ma è ancora in forse, dipende dalla possibile sistemazione logistica per il pernottamento: impensabile partire al mattino prestissimo.
Insomma il programma mi sembra bello corposo e dunque passibile di eventuali ulteriori sforbiciate... per adesso mi concentro sulla prima prova: la mezza di Rodengo Saiano.


domenica 29 marzo 2009

29 marzo: maratonina di Cellatica ovvero come sfatare i luoghi comuni


Dopo l’emozionante e indimenticabile maratona di Roma è stato un po’ difficile ritornare con i “piedi per terra” ma è necessario gettare lo sguardo sempre in avanti per non fare la figura del pavone che si volta indietro a rimirarsi e…. rimane lì.
Un’analisi tecnica della mia maratona non ha molto senso stante l’eccezionalità dell’evento, la città, la folla immensa dei 12 mila atleti ecc. ecc.
Se analizzo l’andamento Km per Km devo constatare che è stata una fortuna partire in fondo al gruppone visto che i primi 5 Km li ho dovuti correre molto piano e questa cosa mi è tornata utile nella seconda metà gara.
Già martedì sono uscito per una corsetta defaticante e giovedì ho fatto qualcosa di un pochino più impegnativo giusto per testare le mie condizioni fisiche: tutto ok.

Stamattina, incurante (o incosciente) dei saggi consigli di chi ne sa di più ho partecipato alla mezza maratona di Cellatica, organizzata dalla FIDAL di Brescia e valevole per il campionato provinciale di società. Come presidente non potevo non dare il buon esempio ma mi chiedevo se le mie gambe avrebbero retto, oltretutto non mi andava di fare una gita turistico tapascionesca. Per di più ha piovuto per tutta la durata della manifestazione e nei secondi 10 Km addirittura la pioggia era aumentata di intensità. Ma mi sono divertito a sguazzare nelle numerose pozze d’acqua. Primi Km fatti un pò troppo veloci (per le mie possibilità) poi ho raggiunto un equilibrio e ho cercato di stare il più regolare possibile. Al 19° Km ho avvertito un po’ di stanchezza generale ma ormai il più era fatto e allora ho dato tutto quello che potevo e sono arrivato al traguardo. Il mio tempo 1.40.51 non eccezionale ma abbastanza soddisfacente stante tutte le attenuanti che posso mettere sul piatto.

Ora la domanda che mi sorge e che voglio rivolgere ai lettori del mio blog è questa:
E’ una “bufala” il consiglio di evitare di fare una mezza maratona a sette giorni da una maratona oppure sono io che non sono “normale”?

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mercoledì 25 marzo 2009

La mia maratona

No, la maratona non è una gara come le altre, è qualcosa di molto diverso, di coinvolgente, di incredibile!
Esordire a 51 anni in un’avventura del genere ha il sapore della sfida impossibile ma è una cosa che mi arrovellava da tempo e da tempo sempre temuta e allontanata. Ho fatto un sacco di mezze maratone ma, ripeto, niente è simile alla Maratona (con la M maiuscola).
La maratona è un evento che segna la vita, un passaggio che ti fa dire che da oggi in poi non sei più lo stesso di prima; è uno di quegli avvenimenti della vita da scolpire come sul granito a segnare perennemente le tappe di un’esistenza. E’ uno spartiacque paragonabile al giorno in cui hai conseguito la maturità, a quando hai superato l’esame della patente di guida, al giorno in cui hai legato a te (e si spera per sempre) la donna per la quale tu conti più di qualunque altro, al giorno in cui viene alla luce Tuo figlio e capisci che in quel preciso istante la tua presenza in questo mondo si perpetuerà nel tempo anche dopo che l’avrai conclusa.
La decisione vera e propria mi venne all’indomani della sciagurata mezza maratona nella notte romana del 28 giugno scorso dove, a causa di condizioni ambientali avverse con gran caldo e umidità alle stelle, ho concluso con molta fatica quella corsa a cui tenevo in modo particolare.
Avevo bisogno di tornare a Roma per riscattarmi e per addomesticare finalmente la città che da sempre ho amato e che mi affascina in modo speciale. A Roma ci ho fatto il servizio militare e ci son tornato in viaggio di nozze con Cecilia: il fascino della Città eterna è sempre immutato e bellissimo.
Le giornate che hanno preceduto il mio “Great Dream” sono state caratterizzate da paura e nervosismo, più mi sforzavo di contenere queste emozioni e più le sentivo crescere (e ne ho trasmesse in parte anche nei post precedenti). Non so, mi pareva di non essere sufficientemente pronto, “sentivo” la tensione impossessarsi di ogni fibra nervosa del mio corpo. I miei allenamenti fatti un po’ adattando la tabella di riferimento mi davano alcune risposte positive ed altre un po’ più problematiche. Non sapevo quale potesse essere il mio riferimento da tenere come ritmo gara e letteralmente divoravo notizie e informazioni su come affrontare la prima maratona leggendo articoli e blog vari.
Una certezza però mi ha infuso ottimismo: sapevo che a Roma non sarei stato da solo, avrei incontrato gli amici blogger e ne avrei conosciuti di nuovi.

Ma andiamo con ordine tentando un resoconto della mia “prima volta”.


Sabato mattina mi raggiunge a casa Bibe con Angelo, anche lui alla sua prima maratona, e grazie alla disponibilità del mio amico Roberto, raggiungiamo l’aeroporto di Orio al Serio.
Tutto pronto? Si, tranne il fatto che non ho stampato il foglio del check-in online. Poco male, devo scucire una ventina di euro per questa cavolata! Solo che non posso pagare in contanti, ho lasciato a casa la carta di credito…. Insomma a farla breve fortunatamente si risolve il tutto e posso partire, sarebbe stato da ridere se per questa cosa avessi dovuto rinunciare al mio Great Dream!
A Roma fa freddo o meglio c’è un vento fastidiosissimo ma il cielo è sereno. Si va subito al centro maratona all’EUR dove dopo una lunga coda entriamo a ritirare il pettorale e il pacco gara e facciamo subito conoscenza con l'ambiente della maratona.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo in un locale caratteristico di Trastevere con gli amici di Castegnato: Fabio, Guido, Massimo e Beppe con Chiara, io e Bibe ci riposiamo un po’ al nostro alloggio (una bella sistemazione dalle suore Orsoline in viale di Trastevere, quasi nei pressi della stazione ferroviaria).
Mi arrivano dei messaggi sul cellulare: all’expo i blogtrotters ci aspettano per il blogpoint.
Così arriviamo anche noi, il vento è forte e il blogpoint si fa all’interno del palazzo dei congressi e non sulla scalinata esterna. Qualcuno è già andato via ma sono ancora in tanti: non li nomino perché dimenticherei qualcuno, ma li ho salutati e abbracciati con vera gioia, è stato un momento bello ed emozionante. Più tardi si va a cena: al ristorante siamo veramente in tanti, c’è anche Orlando Pizzolato e il campione del mondo Andrea Rigo. Gian Carlo è stato l’organizzatore e anche stavolta ha dimostrato di saper fare le cose in modo pressoché perfetto.

E arriva il Gran Giorno!
Ho dormito abbastanza bene nonostante la tensione che non mi molla; al risveglio però ho un po’ di mal di testa, il vento e il mio vestimento leggero della sera prima non sono stati certamente favorevoli.
La temperatura è bassa, fa freddo e c’è vento anche se meno forte del giorno prima. Decido che comunque correrò in canottiera e indosserò una maglietta sopra da buttare appena prima della partenza.
Ci aspettano anche gli amici di running forum per un incontro pre gara ma la confusione è tanta e tale che decidiamo di rinunciare. Il tempo passa ed è quasi ora di immetterci nelle gabbie della partenza. Io mi ritrovo ovviamente nell’ultima in compagnia di Angelo, Fabio e Bibe e decidiamo di stare insieme il più a lungo possibile in modo da impostare un ritmo gara che ci permetta di arrivare fino al traguardo.
Il colpo d’occhio è incredibile: migliaia e migliaia di atleti scalpitanti e pronti al via. E ci sono anch’io, sono nell’evento! Non mi par ancora vero ma ci sono, all’ombra del Colosseo mescolato in questa variopinta folla sta per compiersi la realizzazione del mio sogno!
Si parte, ma io non ho sentito il via, siamo troppo nelle retrovie; quando transitiamo sotto il tabellone della partenza sono già passati 5 minuti, Premo il tasto del garmin: i primi metri della prima maratona!
Non si riesce ad andare più veloce di una camminata, siamo tantissimi, fino a San Paolo il ritmo lo dettano gli altri; non si riesce a superare, ci sono pochi pertugi e si rischia spesso di inciampare o ricevere involontarie gomitate. Al 5° Km Bibe e Fabio ci comunicano la necessità di uno stop e quindi allungano un poco il passo con l’impegno che alla vela del 6° Km ci si sarebbe ricongiunti. Non li vedremo più. Purtroppo complice anche la confusione del primo ristoro, che ho saltato, al 6° Km non li vediamo e così almeno fino al 10° io e Angelo ci allarghiamo ora da una parte ora dall’altra per cercare di vedere se riusciamo a scorgerli. Non sappiamo che invece li abbiamo già passati e da quel momento loro sono dietro a noi ma non riescono a riprenderci.
La gara prosegue Km dopo Km lungo l'argine del Tevere mentre una discreta folla ci incita e applaude.
L’emozione tocca il culmine quando si svolta in via della Concilazione e là in fondo si offre in tutta la sua maestosità piazza san Pietro. Sui maxischermi c’è il papa che celebra la Santa Messa in Africa ma sembra che la sua voce sia rivolta a noi maratoneti.
Angelo ogni tanto fa un allungo, lo lascio andare e poi con un’accelerata lo riprendo, ma so che così non va bene, si sprecano energie preziose e la gara è ancora molto lunga.
Al 15° Km prendo un po’ di gatorade, vado bene, finalmente la folla è diradata e si può correre meglio con più spazio. Ritmo attorno ai 5.20 – 5.25, recuperare i primi 5 Km fatti lentissimi è impossibile ma finalmente vedo davanti la folla dei palloncini delle 4 ore. Intanto ho riperso Angelo ma alla mezza ho raggiunto e superato di pochissimo i pacers delle 4 ore. Due ore e spiccioli sul display, un’ora e 56 sul mio garmin: va tutto bene, stò bene, mi diverto pure!
Al 25° Km prendo un pezzo di banana, una fetta di arancia, e bevo. Si ritorna verso la sponda opposta del Tevere e vedo, anche se di sfuggita, la bella costruzione della moschea. Ecco il campo sportivo Paolo Rosi all’acqua acetosa. Mi ricordo della mezza maratona in notturna quando da qui si partì per poi arrivarci stremato e confuso. Improvvisamente vedo e affianco i nostri due amici di Castegnato: Massimo e Guido che erano partiti nel settore avanti al nostro. Li vedo abbastanza affaticati, a un certo punto mentre parlo con Massimo ci rendiamo conto che Guido è rimasto staccato; Massimo mi dice che si ferma ad aspettarlo, io li saluto e li incoraggio ma decido di proseguire con il mio passo; scusatemi ma non era per una scortesia. Mi chiedo infatti come sarà e quando sarà l’incontro col fatidico “muro”. Per ora nulla, il vento ogni tanto ci accarezza e contribuisce anche ad asciugare il sudore; il clima è gradevole, l’ideale per correre specialmente per chi, come me, normalmente suda parecchio. Non mi fermo mai agli spugnaggi, penso che bagnarsi alla lunga sia peggio che non il sopportare il sottile velo di sudore che mi copre la faccia.
E arriva il 34° Km, il muro ancora non c’è o perlomeno non me ne accorgo ma al ristoro prendo due pezzi di banana e un po’ di gatorade e cammino per un centinaio di metri.
Riprendo la corsa, ormai siamo alle porte della Roma monumentale, mi prende una tale adrenalina in corpo e mi dico che stò facendo qualcosa di grande! Vedo qualcuno che ha già issato bandiera bianca, mi dispiace perché so che comunque è ancora lunga ma ne passo diversi.
Piazza Navona, folla da stadio, bellissimo! Comincio a sentirmi un po’ stanco, decido che al prossimo ristoro al Km 35 camminerò un poco. Sento un rumore dietro di me e vedo che sono i pacers delle 4 ore che mi stanno raggiungendo. Eh no, non posso farmi superare, riprendo a correre.
Via del Corso, io vado spedito ma mi sembra di attraversare un lazzaretto; la folla incita a gran voce ma tanti non ce la fanno più. Batto la spalla a un ragazzo danese che è visibilmente stravolto e si trascina al passo: coraggio gli dico, ma so che sarà una pena per lui e per tanti altri. Io invece vado ancora di corsa, incredibilmente!
In piazza del Popolo lo vedo: è Angelo, corre ma va piano, più piano di me. Lo raggiungo: dai che abbiamo quasi finito, vieni con me! Non so neppure da dove arrivino le mie energie, non capisco più niente, corro e non mi volto; mi dirà poi all’arrivo che ha tentato di starmi attaccato ma dopo una cinquantina di metri mi ha lasciato andare.
Piazza di Spagna, sale in me un’euforia incredibile, la fontana di Trevi. Cecilia, amore mio, ah se tu fossi qui…
Si ritorna in piazza Venezia e dall’altra parte vedo ancora la fiumana di gente che arriva e dovrà percorrere ancora via del Corso.
Sono stanco e mi chiedo come sia possibile che ho già fatto tanta strada quanta non ne avevo mai fatta eppure le gambe si muovono. Sento a un tratto avvolgermi uno spago attorno al collo, mi hanno raggiunto i pacers delle 4 ore e una folata di vento mi ha fatto ingarbugliare nei palloncini da cui mi districo a fatica. Manca poco, resto a pochi metri, la folla che li seguiva è quasi scemata.
Capisco solo ora che le 4 ore dei pacers sono quelle del tempo ufficiale, ma per me conta il real time: rapido sguardo al garmin e realizzo che a questo punto anche se dovessi camminare fino all’arrivo riuscirei a stare entro le 4 ore.
"Papà aiutami", mentalmente mi rivolgo a lui, so che da lassù mi sta dando un’energia supplementare per riuscire ad arrivare fino al traguardo.
Il ristoro del 40° Km lo salto ma devo zigzagare un po’ per non sbattere contro chi è lì ed è fermo o cammina piano cercando in un sorso d’acqua le ultime residue energie che sono esaurite.
Passato anche il Circo Massimo, ecco là in fondo l’arco di Costantino e poi il Colosseo, bisogna girargli attorno, è una salita leggera ma sembra che non finisca più e poi la discesa e il “viale della gloria”: là c’è il traguardo. Passano i palloncini e il display segna ancora 3.59 e spicci. Uno sforzo, l’ultimo, se ce la faccio a centrare anche il tempo ufficiale inferiore a 4 ore sarebbe l’apoteosi. Ecco, ci sono: 3.59.47 è fatta! (il real time sarà 3.55.27)
Ricevo la medaglia, la prendo, la bacio… a fatica raggiungo il deposito borse e mi cambio.
Non so ancora capacitarmi di cosa è successo, di cosa ho combinato.
Sento però lo stomaco in subbuglio: probabilmente la banana che ho mangiato all’ultimo ristoro non è ancora digerita, sento che da un momento all’altro potrei vomitare, non è una bella sensazione.
Dopo un tempo che a me sembra lunghissimo arrivano tutti gli altri e con Bibe si ritorna all’albergo.
Sarà passata mezzora o poco più ed ecco, finalmente un rutto "liberatorio” e passa tutto.


Serata con cena in un locale di Trastevere insieme a tutti i “reduci” della maratona: Beppe, Massimo, Guido, Fabio, Angelo e con piacevole sorpresa anche i nostri amici bloggers Mathias, Giampy, Frate Tack (attorniato da due splendide fanciulle….).
Alla fine ero stanco ma felice, i dolori maggiori ai piedi: i sampietrini sono micidiali, ora ne ho la prova!
L’indomani io e Bibe abbiamo fatto un giretto a San Pietro e poi via verso Ciampino.
All’aeroporto passando sotto il metal detector un “bip” segnala che ho del metallo. Prontamente l’addetto mi “perquisisce”, nel taschino della camicia avevo la medaglia (rischiavo di dimenticarla nella foga della preparazione del bagaglio). La prende, gli dico “è la medaglia della maratona”. Mi guarda e mi sorride compiaciuto “Bravo, complimenti” “Eh si – replico – sono sopravvissuto”. Altro largo sorriso. Mi sono sentito importante.

E’ stata una bella esperienza. Sono ancora quello di prima? Forse sì forse no. Anzi no, adesso lo so, adesso ….sono un maratoneta!

martedì 17 marzo 2009

17 marzo: ultimo allenamento

Ultimo allenamento in tardo pomeriggio per "salutare" i miei luoghi. Domani e dopodomani ho degli impegni che mi occupano in serata per cui niente corsa. Da adesso STOP fino al "Great Dream": la Maratona di Roma che aprirà il palcoscenico domenica e mi vedrà tra gli oltre 15mila protagonisti.
Mi tremano i polsi solo a pensarci ma ormai sono al bivio: o di quà o di là, ma siccome l'impegno è preso (più con me stesso che altro) allora non ci si può sottrarre alla Grande Prova.
L'amaro calice della sofferenza è lì traboccante e pronto per me...coraggio!

Ma per essere meno "teatrale" dirò di quest'ultimo allenamento: 13,8 Km alla media finale di 5'14"/Km che molto probabilmente NON sarà il ritmo-maratona, a meno che....
Il percorso fatto è stato pianeggiante per i primi 7 Km e poi un susseguirsi di salite e discese abbastanza impegnative. Ho chiuso in progressione con un pochino di fatica ma abbastanza contenuta.


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domenica 15 marzo 2009

15 marzo: Brescia Ten ( e 2 maledetti secondi...)

Ultima gara prima dell'esordio in maratona a Roma.
Stamattina era in programma la "Brescia Ten", corsa cittadina con partenza da corso Vittorio Emanuele II e arrivo in piazza della Loggia a Brescia.
In contemporanea anche la maratona "Brescia street art marathon" con cui la "Ten" ha avuto in comune i primi 7 Km.
Avevo buone sensazioni e l'idea di fare una corsa-soft senza forzare più di tanto l'ho accantonata subito: il clima era ideale, la forma anche e allora mi sono lasciato andare a sensazione.
Primi due Km abbastanza tirati, guardo il garmin e leggo un 4'20".... caspita! Meglio rifiatare un poco ma l'adrenalina della corsa è troppo forte. Al 4° Km vedo Pietro Marini che sta correndo la maratona e insegue i palloncini verdi con la scritta 3h00'. Li tengo a vista per un paio di Km e mi dico che è una velocità folle da tenere per una maratona intera. Al 6° Km incontro un altro maratoneta, Pietro Carleschi del Castegnato, ancora due parole e poi gli dico "vai vai" e mi concedo un poco di respiro. Al 7° Km la deviazione: i maratoneti tagliano a sinistra e ne avranno ancora per un bel pò. Ultimi tre Km, finisce la salitella e ci si infila nella galleria che passa sotto al castello. Nono Km, ormai è fatta e comincio a credere che ce la farò a stare sotto i 45 minuti. Ultimo Km: si ripassa nel corso e poi via verso Piazza della Loggia. Mi risuonano le parole di Francarun "a tutto fòo" e allora spremo da me stesso tutte le residue energie. Non voglio farmi sorpassare proprio all'arrivo e dunque via allo sprint. E' finita, il tempo mi sembra buono, sono soddisfatissimo.
Dopo l'arrivo trovo il Mario, autore di una prova superba, a Roma farà faville.
A casa scarico i dati del garmin, vado sul sito della SDAM e trovo già la classifica e i tempi. Amara sorpresa! Per due, diconsi "due" miserrimi secondi non ho abbassato il mio personale sui 10Km: 44'26" oggi contro i 44'24" della Deejay Ten di Milano.
Mi scappa un sorriso.... non ero partito per fare questo ma sarei andato a Roma con una soddisfazione in più. Appuntamento rinviato!


ecco i miei dati su MB (clicca)

e questo il grafico di Sport Tracks:

venerdì 13 marzo 2009

12 marzo: gioco con i numeri e Urban Training

Ieri mi sono dilettato a fare qualche calcolo numerico prendendo in esame alcune gare che ho disputato. Mi ha sempre incuriosito non tanto la mia prestazione cronometrica (che pure ha la sua bella importanza), quanto il “come” io mi sia comportato in relazione a tutti gli “avversari” di gara.
E allora a prima vista guardo il piazzamento finale e vedo subito se, rispetto a tutti gli arrivati, io mi sono piazzato nella parte sinistra (la prima metà) o nella parte destra della classifica.
Allo stesso modo mi “confronto” con gli atleti che appartengono alla mia stessa categoria (MM50).
Ne sono risultate delle cose curiose e interessanti, ovviamente con tutte le cautele del caso.
Ad esempio in una gara di carattere provinciale dove la partecipazione è molto scarsa è facile scivolare nelle posizioni di fondo anche con buoni riscontri cronometrici in quanto che vi partecipa è per lo più gente allenata e abituata alla competizione; al contrario in una grande manifestazione, quale potrebbe essere una maratona dove i partecipanti sono svariate migliaia, è facile che vi siano anche molti che la fanno solo per il gusto di esserci e la concludono senza particolari risultati qualitativi.
Comunque sia, anche solo per avere un riscontro confrontabile ho elaborato un indice di prestazione (IP) che si ottiene dividendo la posizione finale di arrivo per il totale degli arrivati. Tale indice varia da 1 a 100 e definisce l’ipotetica posizione di arrivo in quella gara considerando 100 il totale degli arrivati. Più è basso e meglio è.
Allo stesso modo definisco l’indice di categoria (IC) considerando solamente gli MM50.
Per fare un esempio concreto nell’ultima gara che ho fatto, la Mezza maratona del Lago Maggiore, sono arrivato all’872° posto su un totale di 1928.
L’indice calcolato, IP=100*(872/1028) vale 45, ciò significa che il mio piazzamento è al 45° posto su 100. Nella medesima maniera considerando solo la categoria, essendo arrivato 71° su 175 ho un IC che vale 41.
Solo numeri? Si, ma è la magia degli stessi che rende interessante anche l’arido calcolo matematico.

Parlando di corsa, ieri pomeriggio ho fatto una corsetta al ritmo “andante ma non troppo”, un urban training passando per il centro di Rovato per provare l’emozione di attraversare di corsa la bellissima e centralissima piazza Vantini. In totale sono stati 12,8 Km alla media di 4’58”/Km.
Il tentativo era di fare un di 2x5000 a RM con recupero a ritmo lento.
Vabbè, è uscito quel che ne è uscito, mi sono divertito, ho sudato quanto basta, ho immaginato che tra soli 10 giorni sarò immerso in ben altre emozioni.


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mercoledì 11 marzo 2009

10 marzo: corsetta 8,5 Km

Dopo la bella esperienza (sportiva e "umana") della Lago Maggiore half marathon il pensiero va all'imminenza della Maratona di Roma: ormai mancano meno di due settimane al Great Dream e.... quel che è fatto è fatto, nel senso che la preparazione finalizzata alla realizzazione del "sogno" di correre la mia prima maratona è stata abbastanza completata.
Adesso mi resta solo qualche lavoro più leggero e poi.. si vedrà che frutti raccoglierò.
A Verbania mi ha soddisfatto non tanto il tempo cronometrico (che pure mi ha detto che rispetto a Verona ho migliorato di quasi 10 minuti!), ma soprattutto la tenuta atletica nei 21 Km; il mio Km più veloce è stato proprio il 21° quando avevo già nelle gambe quasi tutto il percorso.


Ieri sera intanto sono partito in compagnia di mio figlio Alberto per una corsetta. Dopo due Km lui ha accusato un dolore al ginocchio, abbiamo fatto un tratto al passo ma alla ripresa dopo poche decine di metri era nuovamente fermo. Al terzo Km l'ho lasciato rientrare a casa e io ho proseguito verso la collina di Calino per poi rientrare. Ho cercato di tenere un'andatura tranquilla, solo leggermente impegnata e sono restato nei 5 Km fatti attorno alla soglia dei 5'/Km.

Intanto ieri sono arrivate due foto della mezza di Verona; a prima vista sembro venuto meglio di quel che pensavo anche se lì ero davvero abbastanza cotto.

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lunedì 9 marzo 2009

8 marzo: Lago Maggiore half marathon

Cielo limpido e panorama mozzafiato: questa la cornice che ha impreziosito la seconda edizione della Lago Maggiore half marathon.
Dei dieci iscritti della mia società partiamo in sette, tre li abbiamo persi a causa di infortuni e indisposizioni, peccato perché la gara meritava davvero di essere goduta.
A Stresa arriviamo abbastanza presto, l’autostrada è libera e il viaggio è stato tranquillo. Ci portiamo al centro congressi per il ritiro dei pettorali; c’è un po’ di confusione ma tutto sommato l’organizzazione è ottima. Dopo aver preso un caffè io mi avvio alla ricerca del blogpoint, solo che non ricordo bene il luogo esatto e così vado dapprima alla partenza per poi scoprire che in realtà il punto di ritrovo era fissato da tutt’altra parte, praticamente all’altezza del cartello del primo Km. Quando arrivo sono già le 10.35 e, come immaginato, i blogtrotters non ci sono già più. Avevo indossato la maglietta blu del raduno di Colonna sperando di essere notato da qualcuno ma niente. Pazienza, il blogpoint stavolta l’ho perso: mi dispiace tantissimo perché avrei salutato volentieri gli amici “virtuali” anche perché poi in gara ognuno ha i suoi obiettivi e con quasi duemila partecipanti è oggettivamente difficile reincontrarsi.
Mi metto nella griglia di partenza nel mio settore e mentre attendo il via mi accorgo che stavolta non ho dimenticato il chip ma ho dimenticato di proteggermi i capezzoli con la vaselina o il cerotto… dovrò farmi una check list per le prossime gare!
Si parte: io ancora non so se tenere il ritmo maratona (5’15”-5.20”…boh) oppure godermi la mezza andando così come le gambe e la testa decidono. Opto per questa seconda ipotesi, so che non è la cosa giusta da fare ma mi voglio divertire e, soprattutto, vedere come sono messo dopo gli allenamenti fatti. Le gambe girano bene, il fiato c’è, la velocità non è eccessiva ma mi mantengo ben al di sotto dei 5/Km; il garmin snocciola di Km in Km il dato medio che si assesta attorno ai 4’45”. La strada presenta alcuni saliscendi che non mi pesano affatto e, cosa molto gradita, c’è anche una buona partecipazione di gente che ai lati applaude e incita.
Dopo Baveno e Feriolo si abbandona la sponda del lago per immetterci nel tratto francamente meno bello (mi scuseranno i “verbanesi”) passando vicino al tecno parco e alla sede della provincia Verbano-Cusio-Ossola. Intanto attraversato il Toce si entra nel comune di Verbania, siamo a metà strada, io stò ancora bene e riesco a tenere un’andatura abbastanza uniforme. Dopo il 14° Km, nuovamente in riva al lago, prendo il gel che mi ero portato e al 15° mi fermo al ristoro a bere (avevo saltato i ristori del 5° e del 10° Km). Faccio un centinaio di metri al passo per riprendere fiato e poi riprendo a correre e stavolta le gambe rispondono bene, non mi ero mai sentito così bene prima, allora continuo e riesco a riprendere e risorpassare un bel gruppo di atleti che mi avevano superato prima. A Pallanza provo un’emozione grandissima: la gente è assiepata e fa un tifo grandissimo, è bello sentirsi “protagonisti” così. Ancora 3 Km ed è finita! Leggera salitina che impone ancora un piccolo sforzo ma poi ecco finalmente l’arrivo.


Tempo finale: 1.42’07” con piazzamento nella prima metà della classifica (872° su 1928 classificati).
Il gamin mi ha dato una distanza totale di 21,50 Km (evidentemente sono andato un po’ a zonzo…).


Dal sito TDS ecco i miei parziali:
5 Km : 23’42” - 867°
10Km: 47’40” – 883°
15Km: 1.12’08” – 891°
Arrivo: 1.42’07” – 872°

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giovedì 5 marzo 2009

5 marzo: ripetute sotto la pioggia

Stasera speravo in una schiarita, in giornata il sole era persino apparso di tanto in tanto ma, ahimè, quando mi sono "accinto" ad uscire ecco che nuovamente la pioggia la faceva da padrona. Pazienza, adeguatamente vestito con giacchino antipioggia e cuffia in testa ho affrontato le mie ripetute allegramente, pensando a quanti runners e quante volte si sono trovati in questa medesima situazione.
Dopo il primo Km di riscaldamento ho iniziato la serie di 4 Km a ritmo che orientativamente volevo tenere attorno ai 5'/km. Bene le prime, meglio le seconde considerando che nel frattempo ero arrivato a Bornato sorbendomi una leggera ma decisa salitella, un pò più impegnative le terze, fatte davvero con un pò più di fatica sotto la pioggia che era aumentata d'intensità.

Alla fine sono stati 15 Km alla media esatta di 5'/km compresi i recuperi.
Domenica ultima prova "tosta" alla Lago Maggiore half marathon che voglio affrontare in modo "soft", vediamo che ne esce.

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mercoledì 4 marzo 2009

3 marzo: un “fuori programma” con salita

Arrivo a casa verso le 17. Mio figlio Alberto, 18 anni, mi dice subito:
“Papà andiamo a correre?”
A questa precisa richiesta come potevo dire di no? Non che ne avessi voglia ma la mia tabella mi diceva di fare delle ripetute brevi sui 400 metri e io stavo già pensando di optare per qualcosa di meno “palloso” ma ero indeciso anche perché la giornata era di quelle che invogliano a cercare il letto o il divano più che la voglia di uscire.
Allora siamo partiti con l’intenzione di iniziare piano e poi cercare di aumentare un pochino in progressione. I primi tre Km sono stati abbastanza regolari a ritmo tranquillo ma poco prima della fine del terzo lui era già “cotto” e ci siamo fermati un attimo a riprendere fiato. Si è arrivati così a Rovato, percorrendo strade ancora inedite per le mie corse e ci è balenata l’idea di arrivare fino al Convento dei Servi di Maria, sul monte.
“OK, proviamo a veder se si arriva su?”

La salita è subito abbastanza ripida, la strada è acciottolata e quindi si aggiunge anche questa variante a renderla ancora più dura. Alberto si arrende dopo un centinaio di metri, io cerco di arrivare correndo fino in cima e, stringendo i denti, ce la faccio ma sento che è stata faticosa, il cuore batte forte. Aspetto un paio di minuti e mentre stò pensando di ritornare giù ecco che vedo Alberto che arriva, trafelato ma soddisfatto, anche per lui la conquista della “vetta” è cosa fatta. Dopo un attimo si decide di scendere prendendo la stradina dietro il convento ma è ripidissima e il fondo bagnato ci costringe a stare molto guardinghi onde evitare pericolosci scivolamenti. Alberto si lamenta di un forte dolore al ginocchio e allora decidiamo di andare al passo senza forzare né rischiare. Stop al Garmin al 5° Km, se non altro ho la traccia del percorso fatto. Al termine della discesa ci troviamo a Coccaglio e risalendo prima un tratto della statale e poi alcune stradine interne si ritorna a Rovato. Alberto non ce la fa più a correre, il ginocchio gli fa male (io penso che sia per il poco adattamento alla corsa, se avrà costanza e impegno con un po’ di allenamento in più anche quel dolore scomparirà). Per accorciare la strada del ritorno a casa seguiamo la ferrovia camminando proprio in mezzo ai binari, è una sensazione bellissima e mi fa ripensare a quando ero bambino e accanto alla ferrovia c’era una stradina percorsa per lo più in bicicletta dalle nostre donne che andavano il lunedì al mercato di Rovato….
In conclusione ho corso solamente per 4 Km e mezzo con una bella salita che sicuramente rifarò, ma l’aver avuto come compagno d’avventura mio figlio…non ha prezzo!

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domenica 1 marzo 2009

28 febbraio: lungo - 28 Km con fatica

Ha già descritto tutto molto bene Mario sul suo blog.
Mi pareva scortese rifiutare il suo invito per accompagnarlo nel lungo, anche se io avevo "già dato" la domenica prima. A Urago Mella, rione ovest di Brescia, alla partenza c'è anche un suo amico, Vitale, uno che và veramente forte, lo scorso anno ha compiuto l'impresa dell'ecomaratona in montagna del Maniva oltre che della "mitica" Proai-Golem.... insomma uno che probabilmente ieri si è solamente divertito a fare il percorso con noi senza avvertire le nostre difficoltà. E già che ci sono gli rinnovo gli auguri per l'imminente paternità, ovviamente a lui e moglie.
I primi Km li abbiamo fatti allegramente, buon ritmo ma anche quattro chiacchiere, insomma una bella sensazione man mano che la strada scorreva sotto i nostri piedi.
I "dolori" iniziano per me attorno al 18° Km, lo sò che è sempre lì che accuso un principio di affaticamento, stavolta iniziava da lì anche la parte più dura del percorso, fino al 22° in salita lungo la ciclabile che attraversa la Franciacorta nei dintorni di Passirano e Monterotondo. Da quel punto inizio a rimanere costantemente quei 15-20 metri indietro ma stringo i denti e mi dico che dopo c'è la discesa che mi permetterà di recuperare. A Provaglio sono quasi stravolto e la sosta alla fontanella del cimitero è un toccasana. Decido di andare avanti ancora e nell'attraversamento della Torbiere mentre Mario lo vedo in formissima e "in fuga", Vitale mi stà vicino e mi accompagna e io mi sento meglio. A Clusane però, al 28° Km decido di arrendermi, altri 7 Km non li avrei graditi, sarebbe stato un soffrire inutile. Faccio un cenno agli amici che prima tornano verso di me ma poi li incito a proseguire e ci diamo appuntamento per il rientro. La mezzora che passo a Clusane vado avanti e indietro sulle banchine del lago e mi dico che sono tanto stanco che rischierei persino di caderci dentro....("meraviglioso" è il motivetto che mi risuona in testa)!
Al tirar delle somme devo dire che:
1- aveva ragione Gian Carlo e gli altri blogger più navigati di me, fare 3 lunghi in successione non va bene, e il mio corpo ha espresso in tutta forza la sua contrarietà.
2- in settimana ero anche reduce dalla donazione di sangue; il giorno dopo (venerdì) mi sentivo un leone ma il secondo giorno (sabato), giustamente, le forze erano un tantino meno.
3- sono dispiaciuto di aver fatto un pò da zavorra a Mario, spero che in maratona non succeda, penso che il mio RM sia più prudenziale impostarlo da subito sui 5'30" e poi magari vedere strada facendo cosa succede; e qui attendo fiducioso i consigli degli "esperti".
Dulcis in fundo nel tornare a casa da Brescia in macchina ho anche "espulso" il tè che avevo avidamente bevuto... ma poi il malessere è passato.
Adesso però inizio lo scarico....


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