lunedì 21 novembre 2011

Maratonina di Crema


Non ero mai stato a Crema: una lacuna imperdonabile perché la città dista poco da casa mia, una mezzoretta o poco più in macchina e ci si arriva e poi perché l’ho trovata molto graziosa con il suo centro storico che è un piccolo gioiello con le sue strade acciottolate, la piazza e le numerose e bellissime chiese (Crema è anche sede vescovile) e palazzi che la impreziosiscono.
Ma a Crema non ci sono andato da turista; era in programma la maratonina che, comunque la si voglia girare, son sempre i fatidici 21097 metri da percorrere uno dietro l’altro!
Dopo la guarigione clinica del mio tendine è stato difficile rientrare nell’agone podistico, ci ho lasciato un buon 30 secondi e più a Km rispetto ai tempi che avevo prima (e che non erano già certamente tempi da buoni risultati) ma adesso affronto la corsa con un nuovo spirito che è quello di goderne la fruizione indipendentemente dal risultato. Penso infatti sempre a chi non è nelle condizioni fisiche di poterlo fare e magari lo è senza alcuna colpa o responsabilità. E’ un dono grande che ci è stato dato, quello di poter correre, ma spesso non ci si pensa e lo si dà per scontato.
Ma veniamo al resoconto della gara.
Parto da casa al mattino presto perché penso che il primo problema da risolvere sarà il trovare un parcheggio per lasciare la macchina. In settimana ho fatto solamente alcune uscite nella pausa pranzo a Brescia correndo ogni volta non più di 10,5 Km. So già che dovrò affrontare la maratonina senza strafare all’inizio e gestendo l’inevitabile crisi che arriverà attorno al 15° Km o giù di lì.
La giornata pare aprirsi a un bel sereno, il sole non è ancora sorto ma il cielo è limpido. Stò ancora pensando se sarà opportuno indossare la maglietta a maniche corte oppure quella a maniche lunghe quando dopo circa 4 Km da casa in direzione di Crema ecco il muro! No, non quello dei maratoneti ma quello della nebbia che infatti sarà la costante di tutta la mattinata cremasca. Arrivo senza problemi in città e senza problemi lascio l’auto e mi dirigo al ritiro pettorali. Incontro quasi subito l’amico e compagno di squadra Roberto con cui ci si prende un caffè e si fanno due chiacchiere per ingannare l’attesa (e sottrarci al freddo). Troviamo poi altri amici in zona partenza e alle nove in punto viene dato il via.
Mi metto subito su un ritmo regolare e tranquillo, non troppo veloce ma nemmeno lento come avrebbe voluto Roberto per fare il “trenino” delle due ore, proprio per ottimizzare la fatica.
Correre nella nebbia ha un fascino particolare, addirittura mi sembra che i piedi scivolino sull’asfalto, non sento molta “presa”. Ci si porta fuori città e si affrontano un paio di cavalcavia che… bè, non ci fossero stati avremmo ringraziato in tanti! Capergnanica e poi Passerera sono le località che attraversiamo, immersi nella nebbia e nell’indifferenza dei pochi passanti. Io non capisco se stiamo andando in direzione nord o sud o est od ovest, ma il bello è proprio quello. Ora siamo su una ciclabile, chiusa al traffico e il passo è regolare. Ho saltato il ristoro del 10° Km ma mi fermo a quello del 15°, bevo un tè caldo e inghiotto una manciata di uva sultanina, cammino un centinaio di metri e poi riprendo il ritmo di prima. Si ritorna a Crema, altro cavalcavia e poi ecco la città. Al 20° Km avverto una piccola crisi, medito uno stop al punto di ristoro ma poi mi dico che sarebbe da sciocchi arrendersi proprio ora. Alzo il pensiero a un paio di amici, uno che è lassù in cielo e che so che mi incita e mi aiuta, l’altro che è in piena lotta per superare una crisi che lo costringe su un letto di ospedale: forza Alberto, indimenticabile ex collega di lavoro, forza!
Ecco la porta che dà l’ingresso nel salotto buono della città, il centro storico che si attraversa in lungo tutto transennato, dove racimolo le ultime forze ma stavolta sono io a raggiungere e superare qualcuno che era davanti. Cerco di assumere un’espressione buona per i fotografi (ma poi queste foto dove si reperiscono?) ed ecco l’arrivo proprio sotto porta Serio. Bellissimo!
Il tempo? Ufficialmente è 1.51.22 (real time 1.50.41) che mi classifica all’867° posto su un totale di 1081 arrivati. In una gara e una giornata che ha fatto rettificare numerosi PB io mi accontento di essere giunto con circa 10 minuti in più dei miei standard pre operazione al tendine. Non so se riuscirò a tornare a quei livelli ma francamente è un pensiero che non mi assilla. Ho goduto una bella mattinata di corsa e di amicizia e questo è per me l’aspetto più gratificante.

10 commenti:

  1. beh rimettersi in pista dopo un infortunio non è semplice, però il ritorno c'è stato, ora si migliora

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  2. Bravo Ale, complimenti per la corsa ma sopratutto per lo spirito con il quale l'hai affrontata; le tue sono considerazioni che onguno di noi dovrebbe fare proprie.

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  3. Con pazienza,correndo regolarmente,tornerai sui tempi di prima.. eppoi già il fatto di poter andare rende felici.. ;)

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  4. Dovevo farla anche io ma il defaticamento dopo la maratona di Venezia mi ha fatto desistere. Ho letto con piacere il tuo post e il tuo rinnovato entusiasmo. Speriamo di incrociare presto le scarpe da running in qualche mezza...

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  5. Complimenti Ale! Lo spirito direi che è quello giusto e non potrai che migliorare, per ora pensa a divertirti correndo. Prossimo appuntamento? Sei a Padenghe?

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  6. Mi sembra un ottima prova ... è l'anno dei bianconeri

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  7. Tenendo conto dei problemi che avevi prima dell' operazione al tendine direi che 1.51.22 può davvero ritenersi un bel punto di RI-partenza. In ogni caso sei un grande perché altri magari avrebbero gettato la spugna. Ciao

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  8. e dici bene ... chi si accontenta gode!

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  9. complimenti ale vedrai che piano piano tornerai sui tuoi livelli.speriamo a breve di conoscerci

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  10. L'ultima frase vale tutto il post!! E' proprio il punto di vista vincente per vivere la nostra passione

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