martedì 20 marzo 2012

Non ho il fisico del maratoneta.

Non c’ho il fisico per la maratona: inutile girarci attorno e contarsela su, “a me me manca er fisico der maratoneta! “.
Iscrivermi alla maratona di Roma è stato un gesto quasi istintivo e incosciente che feci ancora nell’autunno scorso tanto che il mio nome è ancora ufficialmente associato alla mia ex società, ora estinta. I miei compagni di squadra della Libertas non trovandomi nell’elenco TDS filtrato per società si sono chiesti se fossi saltato o cos’altro mi fosse capitato. Niente paura, sono ancora qui vivo e vegeto, ancora una volta finisher in via dei Fori Imperiali anche se con una prestazione superiore di circa mezzora rispetto al precedente di due anni fa.
Ne ero consapevole, gli allenamenti non sono stati rigorosi e nell’ultimo mese ho inanellato una serie di contrattempi uno dietro l’altro: pubalgia, tendinite, responsi clinici poco incoraggianti e morale che si è inesorabilmente abbassato fino a livello terra.
Eppure non sono deluso; l’emozione mi ha pervaso fin dal primo momento in cui ho messo piede sul suolo romano alla discesa dell’aereo che mi ha portato, assieme all’amico Paolo, esordiente in maratona, da Orio a Ciampino.
La Città Eterna mi conquista sempre, suoni, odori, immagini mi fanno sentire subito in pace con me stesso; la amo anche senza un motivo razionale, anzi anche contro ogni logica ma è, mi permettano i romani, “la mia città”: ecco perché sono qui. E poi come non menzionare l’incontro conviviale del sabato sera al mitico “Cantinone” al Testaccio! Su tutti un grande ringraziamento a Yogi che non solo si è offerto per accompagnarci, io e Paolo, ma anche per quello che ha organizzato per il giorno della gara.
Già, la gara.
Mattinata che si presenta serena ma che preannuncia un caldino mica male; infatti stavolta non ho indossato una maglietta per ripararmi dal freddo dell’attesa ma mi sono ingabbiato direttamente in canotta e calzoncini. Primo problema: siamo in ritardo e l’operazione di afflusso verso la griglia di partenza è lentissima tanto che alle nove, ora in cui viene dato lo start, noi siamo ancora in coda senza riuscire a entrare. Dopo lunghi e interminabili minuti finalmente si riesce a passare ma ormai siamo praticamente in coda al gruppone: poco male, non avevo obiettivi cronometrici e la situazione pone fine a ogni possibile ripensamento. Partiamo affiancati, io, Paolo e il grande amico Yogi con il palloncino da Grande Puffo. Unico obiettivo per me è finirla, e non ne sono poi così sicuro. Tra stop e rallentamenti si viaggia fin ben oltre il 5° Km. Attorno al 7° raggiungo i pacers delle 4 ore e 30 minuti e saluto l’amico Domenico. Allungo un pochino e me li lascio alle spalle; in cuor mio mi immagino che vedrò anche quelli delle 4.15 ma non sarà così. Intanto il trio si sfilaccia, si ricompatta, ma è nella logica della corsa. Il passaggio alla mezza è ben oltre le due ore: il primo tratto ovviamente è stato lentissimo anche se via via si sono recuperate posizioni. Al 25° Km rischio di dover abbandonare: mi guardo la canotta e vedo che stò sanguinando: maledetti capezzoli! Nemmeno il cerotto è servito ad evitarne lo sfregamento, si è staccato e adesso ci sono ancora troppi Km da fare. Panico! Ma la sensazione la supero dicendomi che prima o poi troverò un posto medico dove qualche rimedio si troverà. Intanto corro con una spugna tenuta sul capezzolo per evitare il peggiorare della situazione. Ma come si fa a correre così? Non aiuta neppure il passaggio nel tratto nuovo del percorso che francamente a me è parso più noioso e lungo rispetto al transito sulla tangenziale che si correva nelle edizioni precedenti. Finalmente trovo il posto medico e lì mi mettono un po’ di vaselina e dei cerotti che fortunatamente hanno resistito fino alla fine. Più di me.
Al 30° Km mi si affievolisce la luce e l’energia si riduce al minimo vitale. Non è un vero e proprio muro, non ci ho sbattuto contro, semplicemente ho registrato che le forze andavano spegnandosi pian piano come un lumicino. Ho bevuto e ho camminato per circa 500 metri e intanto mi ha riraggiunto Paolo, anche lui molto provato. Riprendo a correre (e riperdo Paolo) e si arriva, dopo il sottopassaggio, al cuore della Roma monumentale. L’emozione è forte, la forza è debole, il coraggio tenta di sopperire alla mancanza di energia. Altro stop con breve camminata in occasione del ristoro poco prima di piazza Venezia. E si affronta la bellissima e interminabile via del Corso e poi il tratto più duro ma più suggestivo con un susseguirsi di luoghi straordinari: piazza del Popolo, piazza di Spagna, la fontana di Trevi. Al 39° Km mi dico che del crono non me frega nulla e l’obiettivo di finire è ormai raggiunto e allora stacco la spina e cammino tranquillamente per circa 1 Km e mezzo. In cima alla salita di via dei Cerchi riprendo a correre e nel tratto di via di S.Gregorio e sulla salita attorno al Colosseo supero una marea di podisti che si trascinano al passo, stravolti dalla fatica. Taglio il traguardo a braccia alzate. Ricevo e bacio la medaglia. E’ finita, ce l’ho fatta ancora una volta!
Nessun dolore di quelli che temevo e tutto sommato non ho neppure la sensazione disfatta delle precedenti maratone.
Sono felice, felicissimo.
Ho stabilito il mio personale negativo ma non me frega niente: che avessi i coglioni l’avevo già dimostrato diventando maratoneta; adesso ho capito che non ne ho il fisico, ci dovrei lavorare a lungo e mancherebbe sempre qualcosa nel mio DNA.
Ma ho una certezza: lo spirito, quello sì, è quello del maratoneta. Grazie Roma!

16 commenti:

  1. Domenica ci hanno lasciato le gambe in parecchi si San Pietrini e sule salite della seconda parte. Certo che ha un suo fascino particolare. E' stato un piacere finalmente conoscerti di persone. Alle prossime!

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    1. Grande Luca. Finalmente hai un volto... piacere di averti conosciuto e complimenti per la tua gara.

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  2. E' stata dura per tutti me compreso dolori muscolari , crampi e sogni infranti ma il traguardo come te lo dovevo passare per mettere al collo quella medaglia che sta a dimostrare che siamo dei veri maratoneti,con tanto di palle così.
    Mi ha fatto molto piacere conoscerti e sapere che sei stato bene con noi e nella nostra città,ma quando c'è Yogi e tutto più bello.
    Alla prossima.

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    1. Grazie a te e a tutta la compagnia romana. E' stata una serata bellissima. Alla prossima!

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  3. E' stato un piacere leggere il tuo racconto: mi hai ricordato le belle emozioni e la sofferenza provate 2 anni fa a Roma. E' proprio vero che i problemi fisici ti cambiano di parecchio gli obiettivi, ma l'importante è continuare a a provare il piacere della corsa. A presto!

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  4. Potrei dirti che non sono d'accordo sul fatto che non hai il fisico ... al massimo non hai una predispozione.
    Per il resto Roma è veramente spietata per chi non ha completato una preparazione ottimale... ti dico che anche io me ne sono accorto negli ultimi km

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  5. Venivi da un periodo di fermo e infortuni,per me stà li la risposta, comlimenti per la tenacia è sempre una festa finire la Maratona è stato piacere averti materializzato. alla prossima.

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  6. finire una maratona e' gia una bella impresa , pensa a un anno fa che eri col gambone................forza ale sempre in gamba

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  7. hehehe, il post che avrei potuto scrivere io.... nun c'avremo er fisico, ma cor core arivamo ovunque!
    ci si vede alla prox, e sarà una mezza!

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  8. Alessà ce l'hai er fisico, ce l'hai, e ce l'hai dimostrato!
    Hai fatto una grande maratona, solo che con il passare del tempo diventiamo tutti più pretenziosi nei nostri confronti ;)

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  9. Io anche penso di non avere i muscoli adatti allo sport, ma che importa!! Quello che importa veramente è passare da sotto il traguardo sempre con le braccia al cielo e l'animo in festa! Ale, Roma già ti aspetta di nuovo...

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  10. Il tragitto e' diventato uno dei piu' duri che abbia mai visto credimi....
    Comunque ti faccio i miei complimenti : finirla e' sempre un' impresa.

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  11. chissenefrega del tempo finale, l'hai finita ed è quello che conta

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  12. ale te lo dico in romanesco: 'zzarola stai a dì!
    sei maratoneta solamente per il fatto di affrontare una sfida lunga 42195 metri, nn è questione di fisico ma di testa e tu la testa del maratoneta ce l'hai + di molta gente, fidati!!!
    Quindi, nn ce provà: sciogli l'acido lattico e rinfilate que' scarpette :P

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  13. Grande Ale!
    Ottima prova!!!!!
    E la prossima?

    che ne dici di una mezza sulla riviera romagnola il 20 maggio?

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