mercoledì 4 marzo 2009

3 marzo: un “fuori programma” con salita

Arrivo a casa verso le 17. Mio figlio Alberto, 18 anni, mi dice subito:
“Papà andiamo a correre?”
A questa precisa richiesta come potevo dire di no? Non che ne avessi voglia ma la mia tabella mi diceva di fare delle ripetute brevi sui 400 metri e io stavo già pensando di optare per qualcosa di meno “palloso” ma ero indeciso anche perché la giornata era di quelle che invogliano a cercare il letto o il divano più che la voglia di uscire.
Allora siamo partiti con l’intenzione di iniziare piano e poi cercare di aumentare un pochino in progressione. I primi tre Km sono stati abbastanza regolari a ritmo tranquillo ma poco prima della fine del terzo lui era già “cotto” e ci siamo fermati un attimo a riprendere fiato. Si è arrivati così a Rovato, percorrendo strade ancora inedite per le mie corse e ci è balenata l’idea di arrivare fino al Convento dei Servi di Maria, sul monte.
“OK, proviamo a veder se si arriva su?”

La salita è subito abbastanza ripida, la strada è acciottolata e quindi si aggiunge anche questa variante a renderla ancora più dura. Alberto si arrende dopo un centinaio di metri, io cerco di arrivare correndo fino in cima e, stringendo i denti, ce la faccio ma sento che è stata faticosa, il cuore batte forte. Aspetto un paio di minuti e mentre stò pensando di ritornare giù ecco che vedo Alberto che arriva, trafelato ma soddisfatto, anche per lui la conquista della “vetta” è cosa fatta. Dopo un attimo si decide di scendere prendendo la stradina dietro il convento ma è ripidissima e il fondo bagnato ci costringe a stare molto guardinghi onde evitare pericolosci scivolamenti. Alberto si lamenta di un forte dolore al ginocchio e allora decidiamo di andare al passo senza forzare né rischiare. Stop al Garmin al 5° Km, se non altro ho la traccia del percorso fatto. Al termine della discesa ci troviamo a Coccaglio e risalendo prima un tratto della statale e poi alcune stradine interne si ritorna a Rovato. Alberto non ce la fa più a correre, il ginocchio gli fa male (io penso che sia per il poco adattamento alla corsa, se avrà costanza e impegno con un po’ di allenamento in più anche quel dolore scomparirà). Per accorciare la strada del ritorno a casa seguiamo la ferrovia camminando proprio in mezzo ai binari, è una sensazione bellissima e mi fa ripensare a quando ero bambino e accanto alla ferrovia c’era una stradina percorsa per lo più in bicicletta dalle nostre donne che andavano il lunedì al mercato di Rovato….
In conclusione ho corso solamente per 4 Km e mezzo con una bella salita che sicuramente rifarò, ma l’aver avuto come compagno d’avventura mio figlio…non ha prezzo!

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7 commenti:

  1. Mentre leggevo avevo già pronto il commento "correre con il proprio figlio a fianco credo non abbia prezzo", ma vedo che siamo in sintonia... :)

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  2. Ti capisco deve essere stato bellissimo. Talvolta d'estate mia figlia mi segue in bici e è il massimo

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  3. I miei figli non ne vogliono sapere...li aspetto al varco...!
    Ma pochi giorni fa' facevo le ripetute nella villa dove mi alleno e una bambina carina mi ha cominciato a seguire...prima mi aspettava sul rettilineo e mi sfidava scattando per cento-duecento metri e poi stanca...o seguendo i consigli della mamma ha preso la bici e mi seguiva nel mio 6 x 1000 ...che carica!
    Era carinissima e senza parole mi spronava ad andare di piu'...mi sorpassava (ma guarda caso...) negli ultimi 300 metri e si girava a dirmi "ripigliami...."...ora pero' aspetto mia figlia che ha 19 anni e me lo dira' prima o poi..."Papa' mi piacerebbe andare a correre...."

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  4. @ Fat e Gian Carlo: sono queste piccole-grandi soddisfazioni che ripagano di tante cose. (Ma è meglio che mio figlio non legga questo)!

    @ Ezio: a 19 anni non puoi pretendere che ti corra dietro... non forzarla e vedrai che quando meno te l'aspetti ti dirà che le piace correre... ma solo con i suoi amici/amiche. ;)

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  5. Inutile nascondersi dietro un dito: i nostri figli ci ammirano!
    Chi prima, chi poi, diventeranno tutti runners!

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  6. Bravo, Ale, tiragli il collo fin da subito....sti giovani, che credono che i 50enni siano..."in la con gli anni"....scherzi a parte...concordo con la tua frase finale...anche se finora, quella frase la facevo mia per quelle poche volte che mia moglie mi seguiva in bici negli allenamenti.

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