mercoledì 25 marzo 2009

La mia maratona

No, la maratona non è una gara come le altre, è qualcosa di molto diverso, di coinvolgente, di incredibile!
Esordire a 51 anni in un’avventura del genere ha il sapore della sfida impossibile ma è una cosa che mi arrovellava da tempo e da tempo sempre temuta e allontanata. Ho fatto un sacco di mezze maratone ma, ripeto, niente è simile alla Maratona (con la M maiuscola).
La maratona è un evento che segna la vita, un passaggio che ti fa dire che da oggi in poi non sei più lo stesso di prima; è uno di quegli avvenimenti della vita da scolpire come sul granito a segnare perennemente le tappe di un’esistenza. E’ uno spartiacque paragonabile al giorno in cui hai conseguito la maturità, a quando hai superato l’esame della patente di guida, al giorno in cui hai legato a te (e si spera per sempre) la donna per la quale tu conti più di qualunque altro, al giorno in cui viene alla luce Tuo figlio e capisci che in quel preciso istante la tua presenza in questo mondo si perpetuerà nel tempo anche dopo che l’avrai conclusa.
La decisione vera e propria mi venne all’indomani della sciagurata mezza maratona nella notte romana del 28 giugno scorso dove, a causa di condizioni ambientali avverse con gran caldo e umidità alle stelle, ho concluso con molta fatica quella corsa a cui tenevo in modo particolare.
Avevo bisogno di tornare a Roma per riscattarmi e per addomesticare finalmente la città che da sempre ho amato e che mi affascina in modo speciale. A Roma ci ho fatto il servizio militare e ci son tornato in viaggio di nozze con Cecilia: il fascino della Città eterna è sempre immutato e bellissimo.
Le giornate che hanno preceduto il mio “Great Dream” sono state caratterizzate da paura e nervosismo, più mi sforzavo di contenere queste emozioni e più le sentivo crescere (e ne ho trasmesse in parte anche nei post precedenti). Non so, mi pareva di non essere sufficientemente pronto, “sentivo” la tensione impossessarsi di ogni fibra nervosa del mio corpo. I miei allenamenti fatti un po’ adattando la tabella di riferimento mi davano alcune risposte positive ed altre un po’ più problematiche. Non sapevo quale potesse essere il mio riferimento da tenere come ritmo gara e letteralmente divoravo notizie e informazioni su come affrontare la prima maratona leggendo articoli e blog vari.
Una certezza però mi ha infuso ottimismo: sapevo che a Roma non sarei stato da solo, avrei incontrato gli amici blogger e ne avrei conosciuti di nuovi.

Ma andiamo con ordine tentando un resoconto della mia “prima volta”.


Sabato mattina mi raggiunge a casa Bibe con Angelo, anche lui alla sua prima maratona, e grazie alla disponibilità del mio amico Roberto, raggiungiamo l’aeroporto di Orio al Serio.
Tutto pronto? Si, tranne il fatto che non ho stampato il foglio del check-in online. Poco male, devo scucire una ventina di euro per questa cavolata! Solo che non posso pagare in contanti, ho lasciato a casa la carta di credito…. Insomma a farla breve fortunatamente si risolve il tutto e posso partire, sarebbe stato da ridere se per questa cosa avessi dovuto rinunciare al mio Great Dream!
A Roma fa freddo o meglio c’è un vento fastidiosissimo ma il cielo è sereno. Si va subito al centro maratona all’EUR dove dopo una lunga coda entriamo a ritirare il pettorale e il pacco gara e facciamo subito conoscenza con l'ambiente della maratona.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo in un locale caratteristico di Trastevere con gli amici di Castegnato: Fabio, Guido, Massimo e Beppe con Chiara, io e Bibe ci riposiamo un po’ al nostro alloggio (una bella sistemazione dalle suore Orsoline in viale di Trastevere, quasi nei pressi della stazione ferroviaria).
Mi arrivano dei messaggi sul cellulare: all’expo i blogtrotters ci aspettano per il blogpoint.
Così arriviamo anche noi, il vento è forte e il blogpoint si fa all’interno del palazzo dei congressi e non sulla scalinata esterna. Qualcuno è già andato via ma sono ancora in tanti: non li nomino perché dimenticherei qualcuno, ma li ho salutati e abbracciati con vera gioia, è stato un momento bello ed emozionante. Più tardi si va a cena: al ristorante siamo veramente in tanti, c’è anche Orlando Pizzolato e il campione del mondo Andrea Rigo. Gian Carlo è stato l’organizzatore e anche stavolta ha dimostrato di saper fare le cose in modo pressoché perfetto.

E arriva il Gran Giorno!
Ho dormito abbastanza bene nonostante la tensione che non mi molla; al risveglio però ho un po’ di mal di testa, il vento e il mio vestimento leggero della sera prima non sono stati certamente favorevoli.
La temperatura è bassa, fa freddo e c’è vento anche se meno forte del giorno prima. Decido che comunque correrò in canottiera e indosserò una maglietta sopra da buttare appena prima della partenza.
Ci aspettano anche gli amici di running forum per un incontro pre gara ma la confusione è tanta e tale che decidiamo di rinunciare. Il tempo passa ed è quasi ora di immetterci nelle gabbie della partenza. Io mi ritrovo ovviamente nell’ultima in compagnia di Angelo, Fabio e Bibe e decidiamo di stare insieme il più a lungo possibile in modo da impostare un ritmo gara che ci permetta di arrivare fino al traguardo.
Il colpo d’occhio è incredibile: migliaia e migliaia di atleti scalpitanti e pronti al via. E ci sono anch’io, sono nell’evento! Non mi par ancora vero ma ci sono, all’ombra del Colosseo mescolato in questa variopinta folla sta per compiersi la realizzazione del mio sogno!
Si parte, ma io non ho sentito il via, siamo troppo nelle retrovie; quando transitiamo sotto il tabellone della partenza sono già passati 5 minuti, Premo il tasto del garmin: i primi metri della prima maratona!
Non si riesce ad andare più veloce di una camminata, siamo tantissimi, fino a San Paolo il ritmo lo dettano gli altri; non si riesce a superare, ci sono pochi pertugi e si rischia spesso di inciampare o ricevere involontarie gomitate. Al 5° Km Bibe e Fabio ci comunicano la necessità di uno stop e quindi allungano un poco il passo con l’impegno che alla vela del 6° Km ci si sarebbe ricongiunti. Non li vedremo più. Purtroppo complice anche la confusione del primo ristoro, che ho saltato, al 6° Km non li vediamo e così almeno fino al 10° io e Angelo ci allarghiamo ora da una parte ora dall’altra per cercare di vedere se riusciamo a scorgerli. Non sappiamo che invece li abbiamo già passati e da quel momento loro sono dietro a noi ma non riescono a riprenderci.
La gara prosegue Km dopo Km lungo l'argine del Tevere mentre una discreta folla ci incita e applaude.
L’emozione tocca il culmine quando si svolta in via della Concilazione e là in fondo si offre in tutta la sua maestosità piazza san Pietro. Sui maxischermi c’è il papa che celebra la Santa Messa in Africa ma sembra che la sua voce sia rivolta a noi maratoneti.
Angelo ogni tanto fa un allungo, lo lascio andare e poi con un’accelerata lo riprendo, ma so che così non va bene, si sprecano energie preziose e la gara è ancora molto lunga.
Al 15° Km prendo un po’ di gatorade, vado bene, finalmente la folla è diradata e si può correre meglio con più spazio. Ritmo attorno ai 5.20 – 5.25, recuperare i primi 5 Km fatti lentissimi è impossibile ma finalmente vedo davanti la folla dei palloncini delle 4 ore. Intanto ho riperso Angelo ma alla mezza ho raggiunto e superato di pochissimo i pacers delle 4 ore. Due ore e spiccioli sul display, un’ora e 56 sul mio garmin: va tutto bene, stò bene, mi diverto pure!
Al 25° Km prendo un pezzo di banana, una fetta di arancia, e bevo. Si ritorna verso la sponda opposta del Tevere e vedo, anche se di sfuggita, la bella costruzione della moschea. Ecco il campo sportivo Paolo Rosi all’acqua acetosa. Mi ricordo della mezza maratona in notturna quando da qui si partì per poi arrivarci stremato e confuso. Improvvisamente vedo e affianco i nostri due amici di Castegnato: Massimo e Guido che erano partiti nel settore avanti al nostro. Li vedo abbastanza affaticati, a un certo punto mentre parlo con Massimo ci rendiamo conto che Guido è rimasto staccato; Massimo mi dice che si ferma ad aspettarlo, io li saluto e li incoraggio ma decido di proseguire con il mio passo; scusatemi ma non era per una scortesia. Mi chiedo infatti come sarà e quando sarà l’incontro col fatidico “muro”. Per ora nulla, il vento ogni tanto ci accarezza e contribuisce anche ad asciugare il sudore; il clima è gradevole, l’ideale per correre specialmente per chi, come me, normalmente suda parecchio. Non mi fermo mai agli spugnaggi, penso che bagnarsi alla lunga sia peggio che non il sopportare il sottile velo di sudore che mi copre la faccia.
E arriva il 34° Km, il muro ancora non c’è o perlomeno non me ne accorgo ma al ristoro prendo due pezzi di banana e un po’ di gatorade e cammino per un centinaio di metri.
Riprendo la corsa, ormai siamo alle porte della Roma monumentale, mi prende una tale adrenalina in corpo e mi dico che stò facendo qualcosa di grande! Vedo qualcuno che ha già issato bandiera bianca, mi dispiace perché so che comunque è ancora lunga ma ne passo diversi.
Piazza Navona, folla da stadio, bellissimo! Comincio a sentirmi un po’ stanco, decido che al prossimo ristoro al Km 35 camminerò un poco. Sento un rumore dietro di me e vedo che sono i pacers delle 4 ore che mi stanno raggiungendo. Eh no, non posso farmi superare, riprendo a correre.
Via del Corso, io vado spedito ma mi sembra di attraversare un lazzaretto; la folla incita a gran voce ma tanti non ce la fanno più. Batto la spalla a un ragazzo danese che è visibilmente stravolto e si trascina al passo: coraggio gli dico, ma so che sarà una pena per lui e per tanti altri. Io invece vado ancora di corsa, incredibilmente!
In piazza del Popolo lo vedo: è Angelo, corre ma va piano, più piano di me. Lo raggiungo: dai che abbiamo quasi finito, vieni con me! Non so neppure da dove arrivino le mie energie, non capisco più niente, corro e non mi volto; mi dirà poi all’arrivo che ha tentato di starmi attaccato ma dopo una cinquantina di metri mi ha lasciato andare.
Piazza di Spagna, sale in me un’euforia incredibile, la fontana di Trevi. Cecilia, amore mio, ah se tu fossi qui…
Si ritorna in piazza Venezia e dall’altra parte vedo ancora la fiumana di gente che arriva e dovrà percorrere ancora via del Corso.
Sono stanco e mi chiedo come sia possibile che ho già fatto tanta strada quanta non ne avevo mai fatta eppure le gambe si muovono. Sento a un tratto avvolgermi uno spago attorno al collo, mi hanno raggiunto i pacers delle 4 ore e una folata di vento mi ha fatto ingarbugliare nei palloncini da cui mi districo a fatica. Manca poco, resto a pochi metri, la folla che li seguiva è quasi scemata.
Capisco solo ora che le 4 ore dei pacers sono quelle del tempo ufficiale, ma per me conta il real time: rapido sguardo al garmin e realizzo che a questo punto anche se dovessi camminare fino all’arrivo riuscirei a stare entro le 4 ore.
"Papà aiutami", mentalmente mi rivolgo a lui, so che da lassù mi sta dando un’energia supplementare per riuscire ad arrivare fino al traguardo.
Il ristoro del 40° Km lo salto ma devo zigzagare un po’ per non sbattere contro chi è lì ed è fermo o cammina piano cercando in un sorso d’acqua le ultime residue energie che sono esaurite.
Passato anche il Circo Massimo, ecco là in fondo l’arco di Costantino e poi il Colosseo, bisogna girargli attorno, è una salita leggera ma sembra che non finisca più e poi la discesa e il “viale della gloria”: là c’è il traguardo. Passano i palloncini e il display segna ancora 3.59 e spicci. Uno sforzo, l’ultimo, se ce la faccio a centrare anche il tempo ufficiale inferiore a 4 ore sarebbe l’apoteosi. Ecco, ci sono: 3.59.47 è fatta! (il real time sarà 3.55.27)
Ricevo la medaglia, la prendo, la bacio… a fatica raggiungo il deposito borse e mi cambio.
Non so ancora capacitarmi di cosa è successo, di cosa ho combinato.
Sento però lo stomaco in subbuglio: probabilmente la banana che ho mangiato all’ultimo ristoro non è ancora digerita, sento che da un momento all’altro potrei vomitare, non è una bella sensazione.
Dopo un tempo che a me sembra lunghissimo arrivano tutti gli altri e con Bibe si ritorna all’albergo.
Sarà passata mezzora o poco più ed ecco, finalmente un rutto "liberatorio” e passa tutto.


Serata con cena in un locale di Trastevere insieme a tutti i “reduci” della maratona: Beppe, Massimo, Guido, Fabio, Angelo e con piacevole sorpresa anche i nostri amici bloggers Mathias, Giampy, Frate Tack (attorniato da due splendide fanciulle….).
Alla fine ero stanco ma felice, i dolori maggiori ai piedi: i sampietrini sono micidiali, ora ne ho la prova!
L’indomani io e Bibe abbiamo fatto un giretto a San Pietro e poi via verso Ciampino.
All’aeroporto passando sotto il metal detector un “bip” segnala che ho del metallo. Prontamente l’addetto mi “perquisisce”, nel taschino della camicia avevo la medaglia (rischiavo di dimenticarla nella foga della preparazione del bagaglio). La prende, gli dico “è la medaglia della maratona”. Mi guarda e mi sorride compiaciuto “Bravo, complimenti” “Eh si – replico – sono sopravvissuto”. Altro largo sorriso. Mi sono sentito importante.

E’ stata una bella esperienza. Sono ancora quello di prima? Forse sì forse no. Anzi no, adesso lo so, adesso ….sono un maratoneta!

24 commenti:

  1. Sono onorato di essere il primo a dirti: BELLISSIMO RACCONTO!!!

    Emozioni, sudore, dolori e gioia... c'e' tutto e anche di piu'!

    Bravo!

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  2. waohhh, che brivido ! bravo ragazzo.. ci si vede !

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  3. Bellissimo post e complimenti sinceri.
    La prossima volta porta Cecilia !

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  4. Che pezzo di maratoneta!
    Mi hai emozionato Alessandro!

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  5. "La prende, gli dico “è la medaglia della maratona”. Mi guarda e mi sorride compiaciuto “Bravo, complimenti” “Eh si – replico – sono sopravvissuto”. Altro largo sorriso; mi sono sentito importante."
    Queste righe mi hanno rubato una lacrima, cosa non difficile in questi tempi, ma una lacrima di gioia per te e per la nostra amicizia.

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  6. tantissimi auguri: la prima maratona è un'emozione imdimenticabile! ora goditi questo stupendo momento...

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  7. Un racconto semplicemente fantastico...nonostante sia a lavoro non sono riuscito a staccare gli occhi di dosso da quello che hai scritto. Che emozioni, sembrava di correre insieme a te...una grande gara e un grande, enorme cuore! Complimenti davvero! W la corsa!

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  8. Bello questo rconto Ale, davvero, mi ha ricordato la mia prima maratona, ora anche te sai cosa significa diventare un maratoneta, la prossima quale sarà ?
    Complimenti anche per il tuo tempo, non è facile stare sotto le 4 ore la prima maratona quindi tanto di cappello.Bravo Ale !

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  9. Sei divnetato un Maratoneta e ti sei riconfermato una Grande Persona!
    Complimenti Alessandro!
    Un bel racconto letto tutto d'un fiato.

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  10. Un racconto emozionante Ale...e una prestazione da incorniciare!! Sei un grande ed è stato un piacere abbracciarti!! Amico?...si!!!

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  11. ALE GRANDISSIMO ALE, IL TUO RACCONTO MI HA EMOZIONATO, VERAMENTE COMPLIMENTI LA PROSSIMA LA SI CORRE INSIEME OK???

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  12. Mamma mia....complimenti sembra di essere ki' accanto a te mentre la correvi...!!
    Che dirti ?!? Ora che sei nella schiera degli eletti, ti domando : cosa intendi fare quando sarai grande...?!?! Magari...il Passatore...?!?!?

    Un abbraccione

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  13. Ai fatto un bel riassunto della tua prima maratona,ti faccio tanti complimenti,ed altre 100 di queste maratone

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  14. Ale il racconto fà capire l'emozione che hai in corpo dopo la tua prima Maratona. La mia prima è stata New York e avevo scritto un racconto che hanno pubblicato sul giornale del mio paese, ogni volta che lo rileggo mi emoziono come quando ho letto il tuo racconto. Forza amico Maratoneta.
    Ciao Nick

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  15. mi ero eprsa..scusate..me lo sono stampato e me lo leggerò con calma..sul computer non riesco questo racconto va gustato!

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  16. clap clap clap,racconto bellissimo,mi sembrava quasi di vedere anch'io i posti che hai descritto con perfetta linearita'.ora sai che significa e cosa ti costa arrivare in fondo con le tue gambe!42 son tanti,bravissimo

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  17. Un racconto che ti fa venire voglia di correrla, questa maratona...

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  18. Bravissimo, stupendo racconto e stupenda corsa ! Il sogno è diventato realtà !

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  19. Bel racconto. Sembra una fiaba ma è vita vissuta, strada calpestata metro per metro. E' cuore in gola e racconto di amicizia. Bello da gustare.

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  20. Il tuo racconto mi ha fatto fare un tuffo indietro di 4 anni, alla mia prima maratona, a risparmio nella seconda metà, con il cuore nella restante...sei stato grande, complimenti MARATONETA!

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  21. scusa, intendevo, a risparmio nella prima metà e di cuore la restante mezza!

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  22. Complimenti, veramente un racconto emozionante. Che sia la prima di altre 100.

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  23. Non avevo alcun dubbio nel ritrovarti maratoneta.. e ti ho trovato un signor maratoneta! Bella corsa, bel risultato, bel racconto. Complimenti!!

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