martedì 22 settembre 2009

Lo sguardo fieramente volto in avanti, un altro traguardo mi aspetta.

Ieri sera una corsetta defaticante mi ha riconciliato con me stesso e con la corsa. Sono stati 45 minuti in cui mi sono riappropriato di sensazioni che avevo stupidamente accantonato per inseguire risultati cronometrici che si sono rivelati impossibili. Ho corso così senza una meta precisa, senza cronometro, senza compagnia, solo con me stesso, lo sguardo fieramente volto in avanti, verso un futuro in cui la corsa rappresenti un aspetto piacevole e gratificante.
Grazie a tutti coloro che in qualsiasi modo mi hanno spronato, scosso, risvegliato dal mio pessimismo dovuto alla fatica e alla delusione della maratonina di domenica.
Il bello della rete informatica è questo sentirsi amico di tutti, in una grande famiglia dove si trova sempre il sostegno, lo sprone, lo stimolo da parte di qualcuno.
Un nuovo traguardo mi aspetta, non sarà solo la maratona di Venezia ma sarà il traguardo di una passione che non accenna a diminuire e che mi fa stare bene.
Vivo le mie attività e i miei impegni con la consapevolezza che appena riesco a ritagliarmi uno spazio tutto mio la corsa sarà la mia compagna per ritrovare dentro me stesso belle sensazioni e la gioia di vivere.
Sono tornato a casa che ero tutto ben sudato ma soddisfatto, la fatica è stata ben assorbita e anche il recupero dalla delusione è stato abbastanza rapido.
Vanno in archivio un'altra medaglia e un pettorale e si continua: oggi mi prendo un giorno di riposo e poi avanti, devo macinare ancora un bel pò di strada....

8 commenti:

  1. Questo è il presidente che ci piace! :)

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  2. Perfetto... quel chiodo lo userai per appendere le prossime medaglie :-)

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  3. Era esattamente quello che volevo sentirti dire!! Grande Ale...si punta sul prossimo obiettivo ora ;) FORZA!

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  4. La corsa fine a se stessa è l'unico rimedio. Altro che cronometro......

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  5. Bravo Ale...la maggior parte delle volte affidiamo ad un cronometro il giudizio della nostra prestazione...
    non pensiamo a chi da 20 anni sta seduto allo stesso bar e non ha mai sentito il soffio del vento quando si corre o il cuore che ti scoppia di gioia nei 200m finali di una maratona...

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